Sabato 22 febbraio lo spettacolo scritto da Serena Cavalletti
Sarà il palco del Teatro “La Rondinella” di Montefano ad ospitare, sabato 22 febbraio, alle ore 21.15, la prima dello spettacolo “Veniamo da Lontano”, scritto da Serena Cavalletti, sul tema della parità di genere.
Artista poliedrica, tanto che inizia lo studio del violino all’età di sette anni, per poi diplomarsi al Conservatorio di Pesaro. Dopo aver frequentato l’Accademia del Teatro Alla Scala di Milano, gira per parecchi anni l’Italia e la Germania. Parallelamente alla formazione e all’attività musicale coltiva anche un intenso impegno sociale che la induce a formarsi sulle politiche di genere presso la Facoltà di Scienze politiche di Macerata. Ad oggi è membro della Commissione per le Pari Opportunità della Regione Marche e del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.
Insieme a lei sul palco troveremo artisti ed amici che hanno abbracciato questo importante progetto e l’hanno reso unico nel suo genere: Marco Monina, musicista di chitarra classica, ha iniziato anche lui lo studio della chitarra da giovanissimo, all’età di nove anni e successivamente si è diplomato al Conservatorio “G.B. Pergolesi”. Anahita Dowlatabad, cantante e coraggiosa attivista iraniana, che vive in Italia con la sua famiglia da quindici anni. Esprime il suo pensiero con le parole, ma anche con il canto proponendo un repertorio che va dagli antichi canti persiani ai moderni canti di lotta. È un’artista anche dell’immagine, dipinge in tecnica mista soggetti ispirati dalla militanza per la libertà e i diritti umani, in particolare delle donne, dei bambini e delle bambine. Infine Wendy Verna, laureata in Scienze Motorie, è insegnante, coreografa e danzatrice di Danze Orientali da 14 anni, arte che le ha dato una notorietà in numerosi contesti.
Lo spettacolo teatrale “Veniamo da Lontano” è un’affabulazione sonora, nata qualche tempo fa, su invito fatto a Serena Cavalletti dalla CGIL Marche, ad aprire con un lavoro di musica – teatro, la seconda giornata del Congresso regionale. Da qui la scelta di portare una testimonianza del suo lavoro, che è il palcoscenico, circa il valore della parità di genere: «quando una storia viene portata sul palcoscenico – ci spiega Serena – nessuno può far finta di non averla vista».
Da sempre le artiste del palcoscenico hanno incarnato la condizione di altre donne cantando e recitando le loro storie e facendo questo hanno denunciato. Gli stessi temi di oggi sono da sempre oggetto dell’empatia e della commozione di milioni di persone nelle platee dei teatri del mondo, cosa dire a queste donne oggi? Un’affabulazione per guardarci indietro e intorno, per riflettere su un grande cammino di liberazione non ancora giunto al termine, per capire per quale motivo, quella delle donne, viene da più parti considerata l’ultima rivoluzione possibile. Una rivoluzione sociale radicale che ha un senso nel mondo occidentale e ne ha uno ancora più sostanziale in Iran ove esiste un regime che ha fatto della discriminazione sessista uno dei pilastri fondamentali del suo potere.
Lo spettacolo verrà replicato il giorno della festa della donna, sabato 8 marzo, alle 21.15, al Teatro Cotini di Staffolo.
La durata della spettacolo è di circa 60 minuti, il costo del biglietto è di 10 euro (ridotto 8 per i ragazzi sotto i 12 anni). Per info e prenotazioni dello spettacolo del 22 febbraio al numero 3384873545.