La mostra dedicata al gruppo di canto popolare La Macina e al suo fondatore Gastone Petrucci dal 25 luglio al 30 settembre
Dal 25 luglio al 30 settembre, il Museo Stupor Mundi di Jesi ospiterà una mostra dedicata ai quasi sessant’anni di attività del gruppo di canto popolare La Macina, fondato e guidato da Gastone Pietrucci. Intitolata “Stanotte mi sognai – I canti de La Macina“, la mostra vuole esporre il ricco patrimonio della tradizione e cultura orale marchigiana ed il lavoro di ricerca e recupero fatto dal gruppo.
In mostra un patrimonio culturale di tutti
Ideata dalla società di comunicazione LINEA B e finanziata dal bando unico Cultura 2023 della Regione Marche, la mostra è stata presentata mercoledì 17 luglio presso il Museo Stupor Mundi alla presenza di Gastone Pietrucci, il curatore della mostra Roberto Gigli, i soci di LINEA B Andrea Antolini e Alessandro Tarabelli, la direttrice del Museo Lucia Basili ed Emanuele Marcotullio di PLA/Studio, che ha curato l’allestimento.
“Quando c’è stato proposto un documentario su Gastone e su La Macina – ha affermato Tarabelli – l’abbiamo trovato interessante ma ci siamo resi conto che un documentario solo non bastava. I racconti sono un tratto identitario di un territorio, le immagini raccontano della quotidianità, del lavoro, ci mostrano il nostro passato con leggerezza ma portando anche testimonianza di uno spaccato talvolta drammatico. Era giusto fare un documentario al quale vorremmo dare visibilità nazionale ma abbiamo voluto aggiungere la mostra per creare un punto fermo e andare ancora più in profondità“.
“In mostra ci sono temi che riguardano tutti noi con la trasposizione di elementi che appartengono alla comunità tutta. Il recupero che Gastone ha fatto è vivo perché è l’insieme di valori che quella cultura e quel racconto popolare hanno portato fino ai nostri giorni“, ha aggiunto Gigli.
“Meraviglia e piacere“, sono state infine le parole utilizzare da Gastone Petrucci. “Sono meravigliato di questa iniziativa. Il lavoro che ho fatto con La Macina è iniziato quasi 60 anni fa ed essere riconosciuti così fa molto piacere. Ero giovane e sono partito senza rendermi bene conto del valore di quella ricerca che poi con La Macina ha trovato il modo di uscire dai libri ed arrivare al pubblico“.
La mostra
La mostra si sviluppa attraverso un percorso espositivo che si ispira ai cicli millenari della natura, con ambienti denominati Radici, Rami e Foglie, Alberi del Canto e Semi. Ogni sezione rappresenta un aspetto diverso della cultura contadina e popolare, partendo dalle radici con la rappresentazione di una casa contadina fino ai semi che simbolizzano il futuro della tradizione.
Il pubblico avrà anche l’opportunità di lasciare il proprio contributo audio, creando una partecipazione attiva e viva. In parallelo alla mostra, ci saranno concerti, laboratori e la proiezione del documentario che racconta la storia de La Macina e del suo fondatore. In esposizione anche registrazioni originali, foto, locandine e testimonianze audiovisive di collaboratori e figure di spicco della cultura popolare, tra cui Moni Ovadia e Rossana Casale.
L’inaugurazione della mostra avrà luogo giovedì 25 luglio alle ore 12, alla presenza delle autorità e dei promotori dell’evento. Il 21 luglio, nel cortile del Museo, ci sarà inoltre una presentazione del laboratorio di Pietro Piva e un intervento musicale de La Macina, con altri appuntamenti previsti nei due mesi di apertura della mostra.