Saturday 18 May, 2024
HomeCulturaSeconda edizione di Corpi di/versi a Jesi, dal primo al tre settembre

La poesia del prendersi cura, progetto sul tema della corporeità e della diversità, questo ed altri il tema principale del concorso di poesia organizzato dall’ANFFAS di Jesi e dall’Associazione Pojesis.

Nel corso della odierna conferenza stampa presso il Circolo Cittadino, erano presenti in tanti, provenienti da esperienze professionali, mondi diversi, esperienze di vita differenti, uniti sinergicamente in una vera comunità; il coordinatore del progetto, Silvano Sbarbati, Antonio Massacci, presidente dell’ANFFAS, i professori Tittarelli e Bartolini, in rappresentanza del Liceo Classico Jesi, all’interno del quale è stata coinvolta una classe, la 4°G.

Inoltre Franco Pesaresi, presidente della ASP 9, Gaia Paradisi, della Paradisi Srl, nella quale sono stati coinvolti alcuni dipendenti, Michele Cardinali che sosterrà un confronto con il medico con il medico Augusto Melappioni, Patrizia Coduti, che condurrà l’esperienza Teatri Fragili.

In rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, l’Assessore Loretta Fabrizi.

Il commento di Silvano Sbarbati, coordinatore del comitato degli organizzatori: https://www.youtube.com/watch?v=Z45kkpAPqjI&t=13s

Il fine settimana avrà inizio venerdì 1 settembre, con una serie di incontri presso la Sala della ex Circoscrizione San Francesco, sui seguenti temi:

  • L’esperienza della poesia, a cura di M. Cardinali;
  • Inclinazioni di cura, dialogo a cura di M. Cardinali con il geriatra A. Melappioni;
  • La fragilità e i sensi, a cura di A.M. Farabbi;
  • La presenza del fragile nella poesia, dialogo a cura di S. Aglieco con i poeti Bellini, Lonati e Molinari;
  • Teatri fragili, a cura di S. Sbarbati e P. Coduti; verranno messi in scena dialoghi di Antonio, Bruna, Paola, Clara;
  • Canoni inVERSI, presentazione del laboratorio di L. Sbaffi e A. Napolitano

mentre al teatrino della Parrocchia di S. Francesco è previsto il seguente laboratorio:

  • Ritratto al buio, presentazione del laboratorio di G. Matarazzo, con intervento di A.M Farabbi.

Assai ricco anche il programma di sabato 2 settembre; presso la Sala della ex Circoscrizione San Francesco:

  • Una metà del Novecento: crisi e riformulazione del corpo nelle arti visive dal cubismo all’informale, a cura di G. Bonasegale;
  • Casa di vetro: arte e poesia, trasparenza fragile dell’essere, a cura di C. Bagnoli
  • È possibile un’arte dei bambini?, a cura di S. Aglieco
  • La poesia nella pedagogia del fragile della contemporaneità, a cura di S. Aglieco, C. Bagnoli e A.M. Farabbi

mentre al teatrino della Parrocchia di S. Francesco è previsto il seguente laboratorio:

  • Canoni inVERSI.

Domenica 3 settembre, l’atto conclusivo della manifestazione.

Aprirà i lavori, presso la Sala della ex Circoscrizione San Francesco, il laboratorio:

  • Leopardi e l’infinito: il corpo quando scrive. Dalla comprensione del testo alla sua riscrittura, a cura di S. Aglico.

Seguirà la lettura dei testi selezionati per il Concorso Corpi diversi e l’incontro dei valutatori.

Autore

Giancarlo Esposto

Giornalista iscritto all’Ordine dei Pubblicisti dal 1985 – tessera n. 52020 - e scrittore. Ha all’attivo numerose collaborazioni con emittenti radio-tv e giornali su carta e online. Nel 2010 ha ricevuto la medaglia d’argento per i 25 anni di iscrizione all’Ordine, nel 2020 era nell’elenco dei premiati del Premio Giornalistico Nazionale Giuseppe Luconi. Come scrittore, dopo alcune pubblicazioni di sport, relative alla sua attività giornalistica e dedicate al vernacolo, si è dedicato alla narrativa, pubblicando 5 romanzi; il più recente "Anagramma di donne". Pochi mesi fa ha pubblicato il libro "Dal taccuino di un cronista", racconti di oltre trent'anni di giornalismo. Sportivo praticante fino a poco tempo fa, è stato sposato, vive con suo figlio, un cane, tre gatti e una tartaruga. Inoltre è parte attiva all’interno dell’Agenzia assicurativa Jesi 2.000. Una delle sue frasi preferite: “La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.” (Fernando Pessoa).