Una provocazione letteraria nei confronti dei cugini anconetani?
Giovedì 6 novembre, presso il Bar Sibille, in viale Trieste a Jesi, a partire dalle 20:45, lo scrittore jesino Stefano Vignaroli presenterà il suo nuovo lavoro, “Pà cu’ l’ojo e riso sa l’ossi”, una raccolta di racconti ambientati a Jesi e dintorni, in epoche diverse, per raccontare il nostro territorio e non perdere le nostre origini e tradizioni, strappando a chi legge, un sorriso o una lacrima. Come mai scegliere due locuzioni tipicamente anconetane come titolo per una raccolta di racconti brevi, essenzialmente ambientati a Jesi e dintorni?
L’autore, jesino da diverse generazioni, ha colto quello che i lettori che hanno la sua stessa età sessant’anni o giù di lì, ben conoscono: l’ironia che si nasconde dietro queste espressioni, legate sì a dei piatti tipici di Ancona e di Jesi, ma anche diretta conseguenza dell’eterna rivalità tra le due cittadine e usate per pendersi in giro a vicenda in maniera goliardica e burlesca.
Il “pane con l’olio” e il “riso con le ossa” erano piatti tipici della cucina povera marchigiana, il primo più in uso nella zona di Ancona e legato alla produzione dell’olio di oliva, il secondo più nelle zone di campagna dello jesino e del maceratese e legato alla pista del maiale.
Ma quando uno jesino diceva a un anconetano “Pà cu’ l’ojo” faceva riferimento alla tipica inflessione dialettale, che aveva la sua espressione più eclatante in questa breve frase. E di certo l’anconetano non si faceva sfuggire la battuta, per rispondere: “Senti chi ce parla! Quello che magna el riso sa l’ossi!”

L’intento di questa raccolta è raccogliere alcuni racconti brevi scritti nel tempo da Stefano Vignaroli e pubblicati qua e là in varie antologie o talvolta in siti internet. Sono racconti ambientati a Jesi e dintorni, in epoche anche diverse, più antiche o più recenti, ma legate tra loro da un tema comune: raccontare il nostro territorio per non perdere le nostre tradizioni e le nostre origini. E ogni racconto, a seconda del tema o di come lo leggerete, strapperà al lettore un sorriso o una lacrima.
L’autore ha sapientemente diviso il volume in quattro sezioni, ognuna intitolata a un elemento fondamentale della natura: aria, acqua, terra, fuoco. Non è tutto: a ogni sezione sarà abbinata la ricetta di un piatto tipico della nostra tradizione, per provare a rievocare gli odori e i sapori tipici delle nostre case di un tempo che fu.
Dialoga con l’autore Attilio Carducci, filologo, letture a cura di Patrizia Gardini e Marcello Moscoloni. Per info e prenotazioni: 351 474 79 79.



