La mania del “politicamente corretto” sembrerebbe aver contagiato ogni minimo ambito della società che gli individui si ritrovano a vivere, letteratura compresa. Persino i romanzi di un’autrice famosa in tutto il mondo quale Agatha Christie (1890-1976) sono recentemente finiti nel mirino a causa di frasi, epiteti o addirittura interi personaggi che, nella descrizione fatta dalla scrittrice, rischierebbero di urtare in una qualche maniera la sensibilità dei lettori moderni.
Ma veniamo alla questione del politicamente corretto, che parrebbe stare molto a cuore alla mentalità del XXI secolo. Politici, artisti, personaggi dello spettacolo, ma anche rappresentanti delle moderne generazioni – nessuno escluso, in sostanza – guarderebbero con particolare attenzione alla forma attraverso cui si esprimono determinati concetti, i quali, laddove esternati con termini inappropriati o con eccessiva superficialità, potrebbero facilmente essere letti come una mancanza di rispetto ai danni dell’altro.
Tutte quelle frasi o quegli appellativi passibili di diventare motivo di discriminazione sulla base di fattori razziali, linguistici, etnici, religiosi o sessuali, insomma, vengono letteralmente “tagliati fuori” dalla prassi comunicativa. La questione che si pone dinanzi ai nostri occhi, ciò nonostante, non manca di trascinarsi dietro una lunga serie di implicazioni impossibili da ignorare.
Fino a che punto la “politicamente corretto – mania” può arrivare ad intaccare impianti di pensiero, ideologie o addirittura opere frutto di epoche passate? Epoche in cui questa attenzione alla forma era tutt’altro che sviluppata, ed in cui considerazioni ed opinioni che al giorno d’oggi non esiteremmo a definire come classiste/razziste si inquadravano perfettamente in una mentalità dominante di siffatta matrice?
Agatha Christie: anche i romanzi della scrittrice finiscono nel mirino
Che la “politicamente corretto – mania” stia prendendo campo con fin troppo impeto è un dato di fatto innegabile. Persino i romanzi della celeberrima Agatha Christie, autrice delle più popolari serie poliziesche mai elaborate nell’ambito del genere giallo, sono finiti nel mirino dei sostenitori di questa tendenza.
Saranno proprio due grandi classici della Christie quali Miss Marple ed Hercule Poirot, stando a quanto riferisce il quotidiano The Daily Telegraph, a subire una riedizione totale da parte dell’editore Harper Collins. Le due lunghe serie di racconti polizieschi, con protagonisti proprio gli iconici investigatori nati dalla penna dell’autrice, verranno corrette e ripubblicate “alla luce della sensibilità moderna”.
Una vera e propria opera di scavo che mirerebbe non solo ad espungere eventuali frasi, commenti o giudizi che possano risentire “di una mentalità colonialista e di pregiudizi razzisti”, ma che, addirittura, potrebbe portare alla scomparsa di alcuni personaggi emblematici appartenenti ad entrambi questi filoni narrativi.
L’operato dei cosiddetti «sensitive readers» – lettori, cioè, che si assumono l’impegno di scardinare da cima a fondo le opere letterarie al fine di promuovere l’inclusione anche in questo settore – sta ovviamente accentuando il dibattito sulla liceità o meno di una simile operazione. La polemica, diffusasi ovunque sui social media, ha sollevato il seguente interrogativo: è legittimo effettuare un lavoro di questo genere nei confronti dei grandi classici della nostra letteratura, rischiando così di stravolgerne il contenuto e di restituire un’immagine falsata del contesto che li ha prodotti?