Da venerdì a domenica, il Green Loop Festival tornerà ad animare il piccolo borgo marchigiano di Morro d’Alba. Un momento di festa che, giunto alla sua terza edizione, unisce promozione del territorio e cultura per raccontare l’importanza dell’economia circolare.
Così, Green Loop Festival significa spettacoli, seminari, laboratori per i più piccoli e flash mob che mettono al centro la sostenibilità. Ma Morro d’Alba significa anche vigneti e tanta buona lacrima, così il Festival, anche quest’anno, è pronto a riproporre a cittadini e visitatori gli aperitivi letterari in cantina che avevano caratterizzato le scorse edizioni.
Venerdì 5 maggio, un aperitivo presso la Cantina Vicari renderà protagonista il libro “Nessi e connessi”, scritto a quattro mani da Annalisa Corrado e Rossella Muroni, edito dalla casa editrice Il Saggiatore ed in vendita al pubblico dal 14 aprile.
Abbiamo intervistato le due autrici di “Nessi e Connessi”, in due racconti che, dalla genesi del libro, ci guideranno in una riflessione sul legame tra i cittadini e le tematiche ambientali, insieme alle sfide della contemporaneità.
In questo articolo, l’intervista ad Annalisa Corrado, ingegnera, ecologista e attivista climatica, responsabile di progetti presso la società AzzeroCO2 e Kyoto Club, nonché ideatrice nel 2019 del progetto #GreenHeroes insieme ad Alessandro Gassman.
Come ha incontrato la sua compagna di scrittura del libro Rossella Muroni e come nasce l’idea di scrivere “Nessi e connessi”?
“Con Rossella ci siamo incontrate una quindicina di anni fa, perché lei era la direttrice di Legambiente ed io lavoravo, così come oggi, nella società di Legambiente Kyoto club. Diciamo quindi che l’ho conosciuta professionalmente in quel contesto e già dalla prima volta che ci siamo viste con calma, abbiamo parlato di scrivere un libro insieme, quindi è stata un’intuizione della primissima ora.
Ci siamo confrontate sulle difficoltà dell’essere donne in relazione alla gestione professionale ed inizialmente il tema che ci aveva unito era stato questo. Poi noi siamo entrambe ecologiste e negli anni abbiamo aumentato i fronti di collaborazione su questo campo. Così, un paio di anni fa abbiamo deciso di riprendere l’antico sogno in mano”.
Quanto tempo e che tipo di lavoro di lavoro ha richiesto la scrittura del libro?
“Un paio di anni ci son voluti tutti. Ci ragionavamo da un po’ ed entrambe siamo consapevoli dei limiti della comunicazione delle tematiche ambientali in questo paese, che vengono relegate all’essere uno dei tanti temi senza essere mai viste come una chiave di lettura del tutto. Quindi abbiamo voluto sottolineare le connessioni tra quelli che vengono considerati problemi urgenti ed i problemi dell’ecosistema. Cosa c’entrano, ad esempio, i cambiamenti climatici con le migrazioni, con l’assenza di lavoro, con la salute che manca; cosa c’entra il nostro modello di sviluppo con la guerra. Tutte le connessioni tra ciò che viene trascurato e ciò che diventa urgente”.
Tanti temi, e tanti temi nessi e connessi, come hai anticipato. Tematiche che richiamano il concetto di circolarità. Come si inserisce il libro tra i temi del Green Loop?
“Io credo che la parola chiave sia proprio economia circolare, che non è una nicchia di attività green ma è una chiave strategica per reinterpretare il tutto, dallo stile di vita all’approvvigionamento di energia. Questo libro si inserisce proprio in questa chiave del pensiero circolare”.
Che impatto hanno sui cittadini eventi come questo che partono dal basso, mettendoli a contatto con divulgazione scientifica e contenuti culturali?
“Sono fondamentali secondo me. L’assenza di un dibattito profondo su questo non ci mette nelle condizioni di capire, né quanto siamo in pericolo, né quanto sia possibile fare. Di fronte a sconvolgimenti così importanti, la sensazione di essere inutili è deleteria. In realtà c’è moltissimo da fare, nel libro lo raccontiamo. Raccontiamo molte esperienze positive che sono reali nel nostro paese e trasmettiamo quanto sia importante sperimentare nella propria vita esperienze di sostenibilità. Se una persona le sperimenta su se stesso poi le pretende anche dal mondo politico”.
Il racconto di esperienze green guida anche l’iniziativa #GreenHeroes che hai creato nel 2019 insieme ad Alessandro Gassman. Come si comporta l’industria italiana oggi su questo tema?
“L’industria italiana per certi versi è molto più avanti della politica. Basti pensare alla vicenda delle auto elettriche: mentre il governo tiene il freno a mano, l’industria automobilistica è pronta. Lo stesso avviene con l’industria delle rinnovabili. A mio avviso, che è anche lo scopo del progetto con Gassman, c’è una parte del tessuto industriale che è pronto ad accogliere la sfida. Il problema è il fatto che dobbiamo chiamarli eroi, perché per farlo devono superare mille avversità”.
La sua collega mi ha fatto l’esempio di Confindustria come uno dei grandi scogli verso una transizione green dell’industria italiana
“Si, anche se delle parti di Confindustria come Elettricità futura in realtà sono molto avanti. Anche quando la guerra è iniziata, si sono resi disponibili ad installare rinnovabili per renderci indipendenti dal gas di Putin. Poi il governo ha deciso di potenziare l’approvvigionamento di gas da altri paesi, che non è che abbiano brillanti democrazie”.
A che punto siamo con la costruzione di un cittadino consapevole, e quanto spazio c’è tra la teoria e la prassi? Tra quello che si sa e quello che si fa?
“Io purtroppo vedo che le crescenti diseguaglianze in questo paese, principalmente economiche, sono anche culturali. L’accesso a una cultura e a una formazione di qualità nelle fasce sociali più fragili è più difficile. Anche interpretare la complessità richiesta dalle questioni ambientali dove dilaga l’analfabetismo funzionale è più complicato.
Dire che a maggio fa freddo quindi non esiste il surriscaldamento globale è più facile, più intuitivo. Se non ho la capacità di discernere quando questo ha senso oppure no, sono in balia dei manipolatori. Quindi c’è una fetta di popolazione che è sempre più consapevole e disponibile al cambiamento e una larga maggioranza che invece non intercetta questa problematica.
È un danno sociale grave. Per questo gli eventi culturali, popolari, come questo di Morro d’Alba sono fondamentali. Portano l’informazione fuori dalle torri d’avorio, a contatto con i cittadini”.
Tutto questo e quanto il libro racconta saranno protagonisti dell’aperitivo di venerdì. Aspettando di conoscere Annalisa Corrado alle 19.00 alla Cantina Vicari, il viaggio alla scoperta di “Nessi e Connessi” continua attraverso lo sguardo sociologico dell’autrice Rossella Muroni.