Friday 17 May, 2024
HomeCulturaCon Carlotta Vagnoli e Monica Lanfranco si chiude la rassegna “Prima dell’irreparabile”

Lanfranco: “rendete politico l’insignificante. Se non volete essere femministi siate almeno disertori del patriarcato”

Si è concluso sabato, con tre appuntamenti che hanno occupato l’intera giornata, il programma Iceberg – Prima dell’irreparabile, la rassegna di incontri dedicati a violenza e discriminazione di genere organizzata dall’associazione Anèmos con il sostegno del CSV e di varie realtà associative ed istituzionali locali.

La mattina, la scrittrice Carlotta Vagnoli ha incontrato in collegamento gli studenti delle classi III C bs, V D Les, IV E bs e IV C Les dell’IIS Galilei, nel pomeriggio, è stata protagonista di un incontro con la cittadinanza insieme alla giornalista Monica Lanfranco presso la sala polivalente Margherita Hack di Castelbellino.

Dagli stereotipi al femminismo

Agli studenti, Carlotta Vagnoli parla di stereotipi e cultura dello stupro. “Stereotipi che affliggono sia il mondo maschile che femminile – afferma – nel primo caso con una sfera di esempi legati alla virilità, nel secondo con ideali di purezza e cura, irrealizzabili in entrambi i casi“. Una cultura che ha tramandato l’idea che i corpi femminili fossero a disposizione degli uomini e che l’abuso di essi fosse parte di una dinamica naturale.

La cultura dello stupro si fonda su tre elementi, spiega ai ragazzi: il cat calling, lo slut shaming e il victim blaming. “Il primo caso tende ad essere coperto dallo scherzo e la goliardia, ma non può essere goliardia se si parla di corpi altrui. Nel secondo caso è ciò che accade ad una donna che esce dal prestabilito, che si veste ad esempio con abiti giudicati troppo corti: si sentirà di essere una poco di buono. Infine, la colpevolizzazione della vittima, che abbiamo visto nei recenti casi di cronaca come il caso Grillo o il caso La Russa, dove la ragazza viene descritta come responsabile della violenza subita“. È da questi 3 elementi – ha concluso – che nasce la violenza.

Nel pomeriggio, il discorso è stato ripreso ed integrato con un approfondimento storico e da una parentesi legata al femminismo. “È un movimento che nasce dal privato delle donne, un privato politico che dalla donna si è esteso al di fuori” – afferma Monica Lanfranco. ” Uno dei suoi grandi temi è il silenzio maschile. La misoginia e il sessismo sono battaglie a bassa intensità. Difficili da mettere in discussione perché farlo costringerebbe a rivedere il linguaggio, la visione dei corpi femminili da sempre ritenuti manipolabili. Si tratta di rendere politico ciò che sembra insignificante. Non chiama solo in causa le donne a prendere coscienza ma chiama soprattutto gli uomini ai quali dico: se non volete esser femministi siate almeno disertori del patriarcato“.

Il “fil rouge” della “cosa con la P”

Ultimo appuntamento della rassegna, lo spettacolo “Fil rouge” della Compagnia Solve Coagula di Bologna, alle 21.00. Uno palco al femminile dove i linguaggi della recitazione e della danza hanno cucito una storia di donne di epoche diverse, unite da un filo rosso che lega ed imbriglia. VII atti segnati da “quella cosa con la P“. “P” di Porpora, Predominio, Pressione, fino alla “P” che le racchiude tutte di “Patriarcato“. La femminilità naturale di una donna “matriarca” costretta nei secoli da una cultura che uccide e limita. Un filo da dipanare per le donne che ci hanno preceduto e da spezzare per le donne del futuro.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.