La 56° stagione lirica e di tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi apre il sipario con il debutto di Milo Manara. Dal 13 ottobre, i disegni del fumettista in mostra a Palazzo Pianetti
Il fumettista Milo Manara debutta nell’opera lirica aprendo il sipario della 56° Stagione lirica e di tradizione di Teatro Pergolesi. Mentre i disegni dell’artista saranno in mostra a Palazzo Pianetti dal 13 al 29 ottobre, le scene da lui firmate porteranno agli spettatori il “Così fan tutte” di Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte.
Il dramma giocoso in due atti, andrà in scena venerdì 20 ottobre 2023 ore 20,30 e domenica 22 ottobre ore 16 (anteprima giovani mercoledì 18 ottobre ore 16 riservata ai partecipanti del progetto “Musicadentro” 2023). Aldo Sisillo dirigerà la FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana, la regia è di Stefano Vizioli, le luci di Nevio Cavina, coordinamento di Benito Leonori (scene) e Roberta Fratini (costumi). Coro Ventidio Basso di Ascoli Piceno diretto da Giovanni Farina.
Nuova la produzione, che vede impegnata la Fondazione Pergolesi Spontini, capofila della coproduzione, insieme a Fondazione Teatro Verdi di Pisa, Fondazione Teatro Comunale Pavarotti di Modena, Teatro Sociale di Rovigo e Opéra-Théâtre of Eurométropole de Metz.
«Se c’è un’opera che si presta a una scenografia tutta dipinta è proprio questa», fa sapere Manara che ha disegnato per l’occasione una serie di illustrazioni sulle metamorfosi di Zeus, tra ninfe e satiri, travestimenti e corteggiamenti caratterizzati da una sensualità elegante, enigmatica, senza tempo. «Il mito si adatta al Settecento, quando andava di gran moda – aggiunge – Chi legge le Metamorfosi di Ovidio sa che è pieno di travestimenti a scopo di seduzione; in Così fan tutte, alla fine, a furia di travestirsi, si perde la percezione della propria identità». I disegni saranno esposti a Palazzo Pianetti dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, fino al 29 ottobre.
La trama e l’opera
“Il Così fan tutte, ossia La scuola degli amanti” (K 588) resta il meno popolare fra i melodrammi nati dalla collaborazione tra Mozart e il letterato veneto Lorenzo Da Ponte (1749-1838).
Al centro della trama c’è una scommessa crudele, architettata per mettere alla prova la fedeltà di due coppie. Una provocazione che vedrà un filosofo cinico affiancato da una servetta disincantata, da due amici soldati e da due nobili sorelle loro fidanzate.
Per il regista Stefano Vizioli si tratta “dell’opera più emblematica e inafferrabile della trilogia Mozart-da Ponte. La trama è basata su una scommessa per accertare l’infedeltà delle donne (ma anche degli uomini): il raffinato gioco di ambiguità e di apparenti geometrie si dipana grazie ad un libretto di cristallina semplicità e ad una partitura di metafisica bellezza. È un’opera che mischia disinvoltamente comicità a tragedia, malinconia ad erotismo sottile, filosofia e labirinti di passioni. È anche un titolo che per più di un secolo ha sofferto la patente di trama frivola e sciocchina e che solo negli ultimi quarant’anni è considerata la più profonda e insondabile di Mozart. Il compositore e Lorenzo da Ponte non giudicano, ma capiscono la fragilità dell’essere umano, le leggi del desiderio, i rischi dell’incoscienza emotiva. La mia regia giocherà sul non detto, sulla ambiguità, su una rete di tensioni inespresse, di silenzi e contraddizioni interne, di tempeste del cuore. Il finale dell’opera non ha nulla di consolatorio: i personaggi sono poveri esseri umani lasciati alla deriva, zattere sbattute dai venti, ognuno chiuso nella propria solitudine e frustrazione, un finale dove nessuno è vincitore ma sono tutti sconfitti, compreso Don Alfonso, il filosofo che tiene le fila delle sue marionette“.
Rossini, Puccini e Campogrande, le altre opere del Cartellone
La Stagione Lirica del Teatro Pergolesi, proseguirà il 3 e 5 novembre (anteprima giovani 2 novembre), con il “Il barbiere di Siviglia” di Rossini diretto da Francesco Pasqualetti; regia, scene e luci di Luigi De Angelis, costumi di Chiara Lagani (progetto Fanny & Alexander). Nuova la produzione, della Fondazione Pergolesi Spontini con Teatro Verdi di Pisa, Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Sociale di Rovigo e Teatro Alighieri di Ravenna.
Il 24 e 26 novembre il debutto, in prima assoluta, nella nuova produzione Fondazione Pergolesi Spontini, dell’opera contemporanea “De bello gallico” con musica di Nicola Campogrande su libretto di Piero Bodrato dai Commentarii omonimi di Caio Giulio Cesare, con la direzione d’orchestra di Giulio Prandi, la regia di Tommaso Franchin e scene e costumi realizzati da Daniel Mall e Gabriele Adamo, studenti dell’Accademia di Belle arti di Venezia, vincitori della III edizione del concorso dedicato a Josef Svoboda.
A “La Rondine” di Puccini sarà affidata la chiusura del Cartellone il 15 e 17 novembre. L’opera, mai rappresentata al “Pergolesi”, vede la direzione di Valerio Galli, regia di Paul Emile Fourny, scene Benito Leonori, costumi Giovanna Fiorentini; con Form Orchestra Filarmonica Marchigiana e Coro Archè.