Dall’episodio di minacce alla donna, la perquisizione in casa permetteva di scoprire una serra di marijuana
E’ successo nel pomeriggio di sabato scorso, nella zona della Vallesina quando la donna, dava l’allarme e chiedeva aiuto al “112”. “correte… tremo di paura… il mio ex compagno mi ha minacciato con una pistola”.
Immediato l’intervento di una pattuglia della Stazione Carabinieri di Chiaravalle, che era proprio in zona, ed ha probabilmente evitato che la situazione potesse degenerare.
Sul posto, si ricostruiva la vicenda ed emergeva che i fatti erano avvenuti pochi istanti prima all’interno della macchina dell’uomo. La classica scusa per attirare la ex nella trappola: dopo averla convinta ad uscire a pranzo in un ristorante della zona, le insistenze a riprendere la relazione.
L’incontro “chiarificatore” è stata purtroppo l’occasione per eventi tragici… “dobbiamo tornare insieme… sono innamorato di te…”. Poi però al rifiuto della donna arriva la reazione violenta “non potrai essere di nessun altro“.
Fortunatamente, la donna è riuscita a convincerlo a lasciare il posto isolato e tornare in un luogo frequentato, in un bar a bere qualcosa. per avere poi l’occasione di chiedere aiuto e salvarsi.
I Carabinieri, allertati dalla chiamata al 112 di un avventore del bar, hanno verificato la presenza di una pistola con munizioni, all’interno dell’auto dell’uomo. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Jesi e della Stazione di Castelplanio hanno poi perquisito la casa dove l’uomo vive, scoprendo anche una serra ben attrezzata. L’uomo aveva una florida coltivazione in atto di diverse piante di marijuana, con tutto il materiale necessario per la coltivazione.
Il 51enne residente in Vallesina è stato arrestato e portato a Montacuto, con l’accusa di porto e detenzione di un’arma clandestina, porto e detenzione illecita di munizioni, minaccia grave e coltivazione illecita di sostanze stupefacenti.
All’udienza di convalida di stamattina, il G.I.P. presso il Tribunale di Ancona ha convalidato l’arresto. L’uomo resterà in carcere fino al processo, nel quale potrà fornire la sua versione dei fatti.