Sei anni fa, l’operazione Damasco aveva smantellato una rete di spaccio tra i comuni della Provincia di Ancona e Pesaro Urbino. Uno dei boss incriminati, Salvatore Fontana, 53enne di origini palermitane ma residente a Cupramontana, ha vissuto in latitanza sotto falso nome in Spagna fino allo scorso novembre quando è stato individuato e riportato in Italia, presso il carcere di Viterbo.
Ed è proprio a Viterbo, dove Fontana sta scontando una condanna di otto anni, che è stata arrestata sua moglie, in visita al marito nel carcere romano. Durante la perquisizione di rito prima della visita, i militari hanno infatti trovato, nascosto dalla donna nel suo abbigliamento intimo, un ovulo di cocaina, probabilmente da consegnare al marito all’interno del penitenziario.
La donna è stata arrestata, mentre la polizia ha allertato la centrale di Cupramontana sollecitando una perquisizione domiciliare in casa sua e in quella di sua figlia, compagna di un 34enne di origini napoletane con il quale qualche mese fa ha avuto un bambino. In casa della giovane, in un armadio, i Carabinieri hanno trovato un importante quantitativo di droga tra cui 2,58 chili di cocaina e due panetti di hashish che hanno fatto scattare l’arresto per detenzione di sostanze ai fini dello spaccio a carico dell’uomo.
Il 34enne si è difeso affermando che la droga non fosse sua e fosse stata messa nell’armadio dalla suocera. Convalidato l’arresto dal tribunale di Ancona, si trova attualmente ai domiciliari.