Il personale di polizia giudiziaria del Commissariato di Jesi, dopo una articolata attività investigativa, ha deferito un trentanovenne di Foggia per il reato di truffa aggravata.
In data 7 ottobre la vittima della truffa, un settantenne, qualche giorno prima aveva ricevuto un messaggio su messenger, proveniente dal profilo di una sua conoscente, nel quale veniva richiesto un prestito di 500 euro, con la promessa di una restituzione della somma nel primo weekend utile.
Conoscendo da tempo la famiglia della donna, ipotizzando problemi economici, acconsentiva a prestarle il denaro, eseguendo un bonifico sull’iban indicato.
Una volta effettuato il pagamento, riceveva i ringraziamenti della donna che gli chiedeva il numero di cellulare; il giorno successivo veniva contattato da un’utenza straniera su whatsApp, da una persona la quale asseriva di essere l’amica a cui aveva prestato i soldi, aggiungendo che lo stava contattando con il numero della sorella, in quanto la sua utenza era stata hackerata, proponendogli investimenti on line.
Non avendo chiara la situazione, l’uomo smetteva di chattare e contattava l’amica, e apprendeva che era il profilo Facebook della donna ad essere stato hackerato.
A seguito della querela formalizzata dall’uomo la squadra di polizia giudiziaria del Commissariato, presso l’ufficio antiriciclaggio delle poste italiane, riusciva a risalire all’intestatario dell’iban nel quale era confluita la somma di denaro prestata, un uomo della provincia di Foggia il quale, raggiunto dalla Polizia del posto su delega di questo Commissariato, veniva deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria competente per truffa aggravata dall’essere commessa a distanza attraverso strumenti telematici idonei ad ostacolare la propria identificazione.
Il Dirigente del Commissariato, Vice Questore Dr Paolo Arena, persevera nell’invitare tutti i cittadini a non porre in essere alcuna azione di disposizione del proprio patrimonio, senza aver prima svolto tutte le verifiche del caso atte a scongiurare casi di truffa. Il consiglio più utile: chiamare la Polizia di Stato o laddove possibile recarsi direttamente presso Uffici di Polizia senza dare alcuna fiducia preventiva a terzi sconosciuti che agiscono nascostamente e senza scrupoli tramite la rete, nella convinzione di poter raggirare tante persone, specie quelle più fragili, conseguendo così lauti bottini su scala nazionale.
Molti sono i truffatori e le truffatrici individuate dal Commissariato PS di Jesi nel corso dell’anno, conseguenza di un preciso e costante piano strategico di prevenzione e contrasto alle truffe.