La prossima sarebbe la sua stagione a Jesi, intanto il bilancio di quella appena trascorsa
Metti un sabato mattina, un invito per quella che ho definito colazione-intervista presso un noto bar del centro, lontano quindi dal pala Triccoli, senza stress, per parlare di basket, ma anche di come si vive a Jesi; poi l’amore per il mare e il suo potere di rigenerare, dopo una sconfitta, i libri letti sotto all’ombrellone.
Ho saltato la rituale domanda riguardo al futuro, ma dall’intervista si capisce che è già proiettato verso la sua sesta stagione a Jesi. Stop: di futuro si parlerà prossimamente.
«Cominciamo con il dare i numeri. Mi risulta che hai totalizzato ben 138 panchine a Jesi; sei l’allenatore più longevo. Che sensazione ti trasmette questa cosa?»
«Io guardo tanto quando scegliamo i giocatori, se ce n’è qualcuno che cambia squadra ogni anno, provo a capire se può essere una scelta di vita, oppure può essere un segnale non così confortante; stare tanto in una società vuole dire che stai bene, perché poi oltre alla pallacanestro c’è la vita di fuori, la vita privata, significa che stai bene in un posto e sei apprezzato. Quindi una bella sensazione.»
«Si vive così bene qui a Jesi?»
«Sto bene; il lavoro è il lavoro, le problematiche ci sono come in tutte le società, perché in ogni posto c’è sempre un problemino, un problemone, per cui si deve anche guardare il posto in cui si vive. Qui sicuramente si vive bene. Nei momenti liberi vado a correre, il lunedì posso andare al mare e se il giorno prima hai perso ti consoli ascoltando il rumore delle onde, per rasserenarti un po’.»
«Sempre a proposito di numeri: quest’anno avete giocato trentasei partite, in realtà trentotto comprese le due con Chieti prima del ritiro, una di play-in, quattro di play-off. Tra le quali ben sette infrasettimanali. Un’autentica maratona.»
«Sì alla fine le partite sono state quarantatre, oltre a quelle con Chieti, che noi avevano giocato e poi ci hanno tolto. Tutte in sei mesi, molto compresse; è stata dura, qualcosa abbiamo pagato dal punto di vista degli infortuni. Sembra però che l’anno prossimo l’inizio del campionato verrà anticipato di una settimana o quindici giorni, per cui ci sarà da ritrovarsi prima; ci dovrebbe essere qualche infrasettimanale in meno, che è una cosa importante, perché con queste trasferte, anche dal punto di vista logistico è stata dura. Lo sapevamo, io onestamente pensavo di perdere qualche partita in più nel periodo in cui c’erano tanti infrasettimanali; all’inizio è stato così, poi abbiamo corretto questa tendenza e alla fine il periodo più brutto è arrivato quando ci allenavamo per tutta la settimana.»
«Da uno a dieci, che voto daresti alla tua squadra?»
«Darei un bell’8, perché mi è piaciuto il fatto che siamo partiti in difficoltà, dopo un pre-campionato oggettivamente preoccupante, siamo partiti con tre sconfitte, anche con un pizzico di sfortuna, però abbiamo sempre reagito; dopo abbiamo avuto un momento un po’ di alti e bassi, abbiamo reagito, a gennaio ci siamo trovati in una situazione che mai avrei pensato di trovare, già virtualmente salvi, anche perché questo fatto di centrare i play-out o i play-in non era affatto scontato. Forse questo ci ha tolto un po’ di cattiveria, un po’ di fame, però è un bell’8 meritato.»
«A Marcello Ghizzinardi che voto possiamo dare? Anche per te propongo un 8 in pagella.»
«Come sempre tutti gli anni si fanno cose buone, qualche errore, l’importante è farne tesoro e non ripetere poi gli stessi errori. L’anno prossimo sicuramente ne commetterò, spero non gli stessi.»
«Cosa sarebbe successo se invece che nel girone B vi avessero inserito nell’altro?»
«La sensazione è che saremmo stati più competitivi, perché anche di là c’erano tre, quattro, cinque squadre attrezzate, il problema è la qualità media clamorosamente più alta nel nostro; nell’altro girone si è giocato un basket molto meno fisico, con la stessa qualità tecnica, ma con meno intensità. Una squadra come la nostra, di esperienza, magari non brillantissima dal punto di vista fisico e atletico, avrebbe potuto fare meglio.»
«Senza dimenticare che siete stati la migliore difesa dei due gironi.»
«Sì, questa caratteristica avrebbe aiutato un po’ di più, contro squadre meno intense e meno fisiche. Non a caso Treviglio ha dominato l’altro girone, per la sua superiorità fisica e atletica, con questi giovani, Abega, Vecchiola, Zanetti e un giocatore come Marcius.»
«Mi hai lanciato un assist: a proposito di Treviglio, tornando indietro di qualche giorno, alla serie play-off. Credo che la chiave di volta sia gara 3, vinta da loro dopo 2 tempi supplementari. Se avessimo vinto noi, probabilmente avremmo tolto loro sicurezza e sarebbe finita diversamente. Che ne pensi?»
«Sì, oggettivamente domenica avevamo poche energie, quell’energia in più che ci avrebbe potuto dare la vittoria, oltre all’entusiasmo, la sensazione di aver il match point in casa. Loro sarebbero stati un po’ abbacchiati, trovandosi sull’orlo dell’eliminazione; è stato un bel test soprattutto per i loro ragazzi giovani, venir fuori da quella situazione. Anche secondo me gara 3 è stata decisiva; non si ha la controprova, ma la sensazione è che avremmo potuto fare bene anche in gara 4; rimane quindi un po’ di rammarico.»
«Adesso si stacca la spina, si passerà ai saluti, ci sarà qualche arrivederci e qualche addio; tu come passerai l’estate?»
«Intanto mi porterò qualcosa da leggere sotto all’ombrellone, poi noi allenatori d’estate prendiamo sempre la palla al balzo per aggiornarci, per vedere cose nuove rispetto all’anno precedente, c’è voglia di programmare cose nuove, qualche allenamento coi ragazzi giovani, in ogni caso mi prenderò un po’ di relax per essere più carico.»
«Poi se è vero che la stagione inizierà in anticipo le vacanze dureranno meno.»
«Probabilmente bisognerà stringere i denti, perché la società dovrà capire quali strutture potranno essere utilizzate, capire se il palasport nella prima metà di agosto sarà disponibile, perché probabilmente ci ritroveremo prima di ferragosto, almeno sei settimane prima dell’inizio del campionato, sarà importante, visto come siamo partiti l’anno scorso.»