Si sono svolti oggi pomeriggio, nel duomo di Jesi, i funerali della giovane Andreea Rabciuc, dopo due anni dalla scomparsa. “Un momento per vivere la preghiera e lasciare fuori dalla chiesa ogni altro pensiero – ha affermato il vescovo Gerardo Rocconi in apertura alla celebrazione. “È importante conoscere la verità ma questo è il tempo per altro. Per mettere balsamo sulle ferite“.
Sopra la bara circondata da rose bianche e blu, la foto di Andreea e un piccolo unicorno “simbolo di libertà e fantasia, scelto per ricordarla”.
Nel vangelo che ha accompagnato il rito funebre, l’episodio raccontato dall’apostolo Luca che racconta di Gesù a Nain. Alle porte della città, incontrò un corteo funebre al seguito di una madre che accompagnava al sepolcro il proprio figlio. “Quant’è simile quella situazione a questa di oggi? In quell’occasione Gesù si avvicina alla bara e compie il prodigio. Si avvicina alla bara e dice al corpo di alzarsi. Oggi non accade la stessa cosa, eppure nel suo significato è ciò che accade. Dopo due anni Andreea è stata ritrovata ma ciò che è stato ritrovato è il corpo perché la nostra fede ci dice che Andreea è nelle braccia di Dio“.
Lettera dal cielo, “Cara mamma…
A rivolgere l’ultimo saluto alla giovane, l’amica di famiglia Marzia nella lettura del testo scritto dall’autore Alessandro Morbidelli, letto anche la sera della fiaccolata lo scorso 12 marzo. Poi la poetessa jesina Marinella Cimarelli con un’ode ad Andreea ed infine, le parole dell’amica Alla che ha prestato la propria voce ad una lettera scritta dal cielo:
“Cara mamma, sono la tua Andri, mi hai cercata e aspettata per due lunghissimi anni e adesso ti scrivo per dirti che sono in un luogo bellissimo. Sai, qui c’è un meraviglioso giardino con migliaia di margherite, gigli, farfalle colorate che dipingo come quando eravamo insieme. Non ho mai paura e non fa mai freddo. Quando sono nata, Dio mi ha detto che sarei stata con te per poco tempo, che presto mi avrebbe voluto con sé perché sono troppo speciale“.
Un pensiero, al compagno della mamma Georgeta, Simone, e ai suoi fratelli Tommaso e Asia: “Simone, ti ringrazio per ciò che hai fatto per me e affido la mia preziosa mamma. A Tommaso e Asia: fate i bravi, vi controllo da quassù“.
“Mamma sorridi. Non ti chiedo di dimenticarmi sarebbe impossibile ma ti chiedo di lasciarmi andare così da trovare la pace“. E “ti lascio andare” sono state le parole di mamma Georgeta che, all’uscita dalla chiesa, ha lasciato volare in aria dei palloncini bianchi, liberi nel cielo.