Tuesday 16 September, 2025
HomeCronacaJesi, bruciato il cartello delle “polemiche”

La polemica politica a livello nazionale per il cartello della donna che spinge il passeggino è culminata con l’atto di vandalismo

Una campagna per la sicurezza stradale a Jesi, in provincia di Ancona, ha scatenato una polemica politica a livello nazionale, culminata con l’atto di vandalismo di bruciare uno dei cartelli. La disputa è nata da una sagoma utilizzata nella campagna “Vai piano, che secondo la Lega e Fratelli d’Italia raffigurerebbe una donna con il burqa, un’immagine considerata da loro un “omaggio all’Islam”.

La polemica e la risposta del sindaco

La campagna, lanciata dal Comune di Jesi, guidato dal centrosinistra, è stata duramente criticata dalla Lega. In una nota ufficiale, il partito ha sostenuto che l’utilizzo di un’immagine che “sembra una persona col burqa” sia uno schiaffo al rispetto delle donne e ai valori occidentali, chiedendo conto dei fondi pubblici utilizzati. La polemica ha assunto una dimensione nazionale, con la vicenda ripresa da numerosi media.

Il sindaco di Jesi, Lorenzo Fiordelmondo, ha respinto con forza le accuse. In una sua dichiarazione, ha spiegato che la figura stilizzata non è una donna col burqa ma, al contrario, una mamma che spinge un passeggino, un simbolo universale di cura e responsabilità. Ha precisato che l’immagine originale, da cui è stata tratta la sagoma, mostra una donna con capelli lunghi neri e un cappotto. Fiordelmondo ha definito la polemica un tentativo di creare divisione e odio, sostenendo che l’unico scopo della campagna è sensibilizzare tutti, a prescindere dall’etnia o dalla religione, sul tema della sicurezza stradale. Ha anche aggiunto che la campagna era in corso da circa un anno senza che nessuno avesse sollevato obiezioni.

Dall’odio al vandalismo: il cartello bruciato

La tensione, già alta a causa della polemica, è degenerata in un atto di vandalismo. Uno dei cartelli, posizionato su un palo della luce, è stato bruciato. Questo gesto ha segnato un’escalation significativa della controversia. Il sindaco ha commentato l’episodio definendolo la “conseguenza della campagna d’odio” alimentata dalla strumentalizzazione politica. Ha ribadito che la città di Jesi respingerà sempre le parole e le azioni di intolleranza. L’incendio del cartello ha trasformato la disputa mediatica e politica in un fatto di cronaca, sottolineando le pericolose conseguenze che possono derivare dalla polarizzazione del dibattito su temi sensibili.

La nota del sindaco Fiordelmondo sull’atto vandalico

L’atto vandalico contro il cartello sulla sicurezza stradale dove appare l’immagine di una donna con passeggino è l’inevitabile risultato della campagna di islamofobia scatenata da soggetti che non hanno perso l’occasione di farsi pubblicità gratuita in vista delle prossime elezioni regionali. Si tratta di una campagna d’odio della peggiore specie – alimentata sui social ormai trasformati in amplificatori di frustrazioni –  che una comunità democratica e inclusiva come quella della città di Jesi non può in alcun modo accettare”.

Strumentalizzare per fini elettorali un messaggio che richiama tutti e tutte ad una maggiore attenzione in strada per ridurre il numero di investimenti che vedono coinvolti pedoni e ciclisti e che sono in costante e preoccupante crescita, misura il livello di serietà, credibilità ed affidabilità di chi se ne rende protagonista.

Questo episodio, di così basso livello, non può che tornare a sottolineare il peso e le conseguenze del linguaggio d’odio, ma al contempo ci dà l’ occasione per ribadire che, in questa città, posizioni e parole di intolleranza, saranno sempre respinte”.

Autore

Cristina Carnevali

Di professione avvocato, fondatrice di capocronaca.it. Già collaboratrice e direttore editoriale per realtà locali, vincitrice del Premio giornalistico "Giuseppe Luconi" 2020 nella sezione "quotidiani on line delle Marche", oggi guida della redazione di capocronaca.it. Appassionata di sport, ha fatto i primi servizi sul campo, per poi occuparsi a 360° dell'editoria e della comunicazione.