I primi esiti dell’autopsia, l’attesa del dna, l’esame tossicologico e entomologico. Intanto, nuovi dubbi sulle prime indagini e sulla corda ritrovata
Il corpo ritrovato nel casolare vicino al luogo della scomparsa di Andreea non riporterebbe segni di morte violenta. Sono le prime dichiarazioni emerse in seguito all’autopsia, effettuata lunedì 22 gennaio dal medico legale Adriano Tagliabracci, presso l’Istituto di medicina legale dell’Ospedale di Torrette.
Nessuna lesione traumatica su dei resti che portano però il segno di una morte, sul piano temporale, avvenuta nel periodo della scomparsa di Andreea Rabciuc, il 12 marzo di ormai due anni fa. A far pensare alla giovane sarebbero inoltre anche i vestiti indossati ed un ponte dentale riconosciuti dalla mamma.
Sarà ora il Dna a permettere l’identificazione del corpo. In programma anche un esame tossicologico sui capelli e un esame entomologico per individuare gli insetti con cui i resti sono entrati in contatto. Un esame quest’ultimo, che potrebbe chiarire se la salma sia stata spostata e portata, solo in un secondo momento, nel luogo dove è stata ritrovata.
Resta infatti da chiarire come il corpo, qualora fosse stato sin dall’inizio in quel casolare, possa non essere stato notato nel sopralluogo effettuato il 16 marzo 2022, a soli quattro giorni dalla scomparsa di Andreea. All’epoca infatti, i Carabinieri non avevano notato nulla di sospetto, anche se resta da chiarire la tipologia di indagine effettuata, se fossero stati presenti i cani molecolari e se, dato l’edificio pericolante, fossero state controllate tutte le stanze.
Vicino al corpo infine, sarebbe stata trovata anche una corda appesa ad una trave e un biglietto che potrebbe essere stato scritto dalla giovane. Nel frattempo, sono stati disposti nuovi controlli sul telefono di Andreea e di Simone Gresti che, attualmente, resta l’unico indagato per spaccio di stupefacenti, sequestro di persona ed ora anche omicidio volontario.