Di fronte all’escalation di soprusi, la donna ha deciso di sporgere denuncia presso gli uffici della Mobile di Ancona, dando il via alle indagini
La Squadra Mobile di Ancona, agendo sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Urbino, ha dato esecuzione a un’ordinanza cautelare che dispone l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri, con applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di un uomo italiano di 53 anni. L’uomo è attualmente indagato per il reato di maltrattamenti aggravati contro familiari e conviventi, commessi ai danni della sua ex compagna e della loro figlia di soli tre anni.
Le indagini condotte dagli investigatori della Squadra Mobile hanno fatto emergere un quadro inquietante di condotte abituali e reiterate da parte dell’uomo. Secondo quanto ricostruito, egli avrebbe sottoposto la convivente a maltrattamenti verbali, psicologici e fisici, spesso in presenza della figlia minore. Gli atteggiamenti vessatori si sarebbero concretizzati in aggressioni verbali cariche di offese, insulti e gravi minacce, in alcuni casi anche di morte.
Le violenze non si sarebbero limitate alle parole. L’uomo avrebbe anche aggredito fisicamente la donna, tirandole i capelli, spingendola e colpendola con schiaffi. Tali episodi di maltrattamento, in alcune occasioni aggravati dall’abuso di alcol, sembrerebbero essere stati finalizzati a minare la libertà di autodeterminazione della compagna e a generare in lei un profondo timore per la propria incolumità.
Particolarmente allarmanti sono anche gli episodi di aggressività verbale rivolti alla figlia di tre anni, nei confronti della quale l’uomo avrebbe proferito frasi ingiuriose e minacciose. Di fronte a tali improperi, la bambina avrebbe reagito piangendo e coprendosi il volto con le mani, in un gesto di difesa istintivo.
Un episodio specifico, risalente al mese di marzo, ha visto l’uomo rinchiudere a chiave la compagna e la figlia nella stanza della cucina, liberandole solo dopo le ripetute suppliche della donna. Una volta riaperta la porta, si sarebbe scagliato sulla compagna, afferrandola violentemente per i capelli e colpendola con ripetuti schiaffi, accompagnati da insulti irripetibili.
A causa delle continue vessazioni subite, la vittima avrebbe sviluppato un grave stato d’ansia e un fondato timore per la propria sicurezza, tanto da essere costretta ad abbandonare la casa coniugale e a rifugiarsi presso l’abitazione della madre ad Ancona. Anche dopo l’allontanamento, l’uomo avrebbe continuato a perseguitarla con numerosi messaggi di testo e vocali, inviati tramite applicazioni di messaggistica, nei quali la ingiuriava e la minacciava pesantemente, estendendo le minacce anche ai suoi familiari.
Qualche giorno fa, l’uomo si sarebbe addirittura recato ad Ancona con l’intenzione di prelevare la figlia dall’abitazione della nonna materna. Tuttavia, è stato intercettato da una pattuglia della Squadra Volante di Ancona, allertata dalla vittima, e invitato a fare ritorno a Fossombrone.
Di fronte all’escalation di soprusi, la donna ha deciso di sporgere denuncia presso gli uffici della Squadra Mobile di Ancona, dando il via alle indagini che hanno portato all’emissione della misura cautelare eseguita nella giornata di ieri.
Nel pomeriggio di ieri, gli investigatori della Squadra Mobile dorica, con la collaborazione del personale del Commissariato di P.S. di Fano, hanno quindi dato esecuzione al provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento, con l’applicazione del braccialetto elettronico, emesso dal GIP presso il Tribunale di Urbino nei confronti dell’indagato.
Si ricorda che il provvedimento eseguito rappresenta una misura cautelare disposta nella fase delle indagini preliminari e che avverso di esso è ammesso mezzo di impugnazione. L’indagato è da considerarsi presunto innocente fino a sentenza definitiva.