La nota del sindacato: “Un’Agenzia autorefenziale mette a rischio miliardi di incassi dell’erario. Procopio: “Non siamo stati ascoltati né noi né tanto meno gli operatori economici. I danni ricadranno su imprese e lavoratori”
Parte oggi, con l’attivazione degli Uffici Unici Dogane e Monopoli (UADM) delle regioni Emilia-Romagna e Marche, la sperimentazione della riorganizzazione dell’Agenzia.
Gli uffici unici si occuperanno si occuperanno di tutte le materie di competenza dell’Agenzia: dogane, accise, tabacchi, giochi, lotta alla contraffazione, solo per citare le principali e vanno a sostituire i precedenti Uffici delle Dogane, con ambiti di competenza provinciale o interprovinciale, e Uffici dei Monopoli, con competenza regionale.
Una riorganizzazione fortemente contestata dai sindacati sia a livello nazionale che nei territori nei quali oggi parte la sperimentazione.
A questo proposito, così si è espresso Raffaele Procopio, Segretario nazionale della UIL PA Dogane e Monopoli: “Lungo tutto il percorso preparatorio alla riorganizzazione, l’Agenzia è stata autoreferenziale e sostanzialmente quasi tetragona ad ogni suggerimento o critica del sindacato mentre con gli operatori economici non si è proprio confrontata.
“Lavoratrici e lavoratori non possono improvvisare competenze che non hanno potuto acquisire negli anni e invece ciascuno di loro si troverà ad agire su materie mai trattate in precedenza.
“Le materie trattate da un’amministrazione che, lo ricordiamo, porta all’erario molti miliardi di euro di imposte ogni anno, oltre ad essere il baluardo della protezione del “Made in Italy”, atrraverso una fusione a freddo e senza un solido piano di formazione nei mesi precedenti – conclude Procopio – è un azzardo i cui costi ricadranno interamente sugli operatori economici, sulla collettività e su lavoratrici e lavoratori dell’Agenzia”.
Non molto più tenero il giudizio dei Segretari Territoriali UIL PA dell’Emiia Romagna e delle Marche i quali, con una nota congiunta hanno denunciato un’analoga assenza di coinvolgimento sia del sindacato che delle imprese locali.
“Con gli ordini di servizio emanati nei giorni scorsi dal direttore territoriale Emilia-Romagna e Marche – dichiarano i due sindacalisti Maria Salemi per l’Emilia-Romagna e Paolo Santaniello per le Marche – l’Agenzia ha raddoppiato l’autoreferenzialità arrivando ad avocare a sé anche gli atti di micro organizzazione che dovrebbero essere di competenza dei direttori dei singoli uffici invece che essere calati dall’alto di una direzione territoriale che da Bologna decide anche i dettagli organizzativi di uffici situati a centinaia di chilometri di distanza e dei quali non conosce nemmeno le caratteristiche. Purtroppo non siamo stati minimamente sentiti né noi né soprattutto gli operatori economici locali.
“La chicca – denunciano i sindacalisti – è la creazione da parte del direttore territoriale di oltre un centinaio di figure di coordinamento laddove è già poco il personale operativo. Chi le pagherà visto che il finanziamento delle figure di coordinamento è materia contrattuale mentre l’Agenzia non ha stipulato alcun accordo di livello centrale o territoriale. Dobbiamo pensare che siano pronti a pagarli di tasca loro o a totale carico del bilancio dell’Agenzia perché, sia chiaro, in questo quadro caotico noi non sborseremo un euro dei fondi destinati alla produttività dei lavoratori per remunerare figure individuate unilateralmente”.