“Ci troviamo ancora una volta a piangere una morte tanto sconvolgente quanto inaccettabile. Uno stillicidio indegno di Paese che vuole definirsi civile e che svela drammaticamente l’ipocrisia del cordoglio e degli impegni assunti istantaneamente affinché “non accada mai più”. Tra l’altro, non è la prima volta che la Cnh di Jesi è teatro di gravi incidenti. Sarebbe meglio che per una volta si dicessero le cose come stanno, che le Marche non rappresentano un’eccezione rispetto al resto d’Italia, e che qui come altrove, nell’indifferenza dei più, di lavoro si muore, spesso per mancanza delle necessarie condizioni di sicurezza, sempre in cambio di salari e stipendi inadeguati. Sarebbe fin troppo facile elencare le azioni che occorrono per contrastare questa piaga sociale: dalla necessità di incentivare le aziende a investire maggiormente sui dispositivi di sicurezza, all’organizzazione di turni di lavoro meno massacranti, fino al dovere delle istituzioni preposte a controllare l’applicazione della normativa in materia. Ma se non partiamo dalla piena e totale condivisione del concetto che le vite dei lavoratori non possono essere messe a rischio o addirittura sacrificate alla logica della massimizzazione dei profitti, temo che sarà impossibile invertire la rotta”.
Così il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi commenta l’incidente mortale verificatosi ieri alla Chn Industrial di Jesi.