Friday 22 November, 2024
HomeMarcheAttualità MarcheLo stato della cooperazione nelle Marche: Confcooperative leader in regione

La cooperazione nelle Marche è presente in tutti i settori e punta sulla digitalizzazione, sull’innovazione e sulla sostenibilità ambientale. Sopra la media nazionale la presenza femminile, mentre tra le priorità si rafforzano la politica di contrasto alle “false cooperative”; la tutela del lavoro e la promozione di nuove attività nelle aree più svantaggiate della Regione.

Confcooperative Marche si conferma leader nella cooperazione regionale e rappresenta un tessuto imprenditoriale costituito da 355 imprese. Le realtà aderenti attive aggregano oltre 86.000 soci che danno lavoro, a vario titolo, a circa 11.500 persone, di cui 3.200 in gravi situazioni di disagio e che realizzano un giro d’affari che si attesta a quota 1,6 miliardi di Euro. 

È quanto emerge dall’Assemblea regionale di Confcooperative Marche tenutasi a Civitanova Marche il 29 febbraio.

Erano presenti Gino Sabatini, Presidente della Camera di Commercio delle Marche; Francesco Acquaroli Presidente della Regione Marche, Massimo Stronati Presidente di Confcooperative Marche, Mario Baldassarri Presidente Istao, Fabrizio Ciarapica Sindaco di Civitanova Marche, Andrea Maria Antonini Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Marche.

Il lavoro nel panel con Maurizio Gardini Presidente Nazionale Confcooperative e Francesco Acquaroli Presidente Regione Marche

Per Maurizio Gardini occorre reciprocità nell’economia tra i vari Paesi e la reciprocità è la parolina magica per dare un futuro alle nostre cooperative. La nuova forza lavoro è al centro del dibattito per il futuro dell’economia. Al momento c’è più offerta che domanda e la questione centrale è come aggiornare le competenze. “Ad oggi non c’è nessun contratto collettivo sotto i 9 euro orari, abbiamo aumentato il contratto della cooperazione sociale”.

Per Francesco Acquaroli occorre pensare ad una programmazione dei fondi europei per supportare la formazione professionale. La Regione è impegnata in un’ottica territoriale per rispondere ai bisogni delle aziende.

I dati Istat confermano in regione il radicamento del movimento cooperativo non solo in ambito agricolo e agroalimentare e nella distribuzione moderna al servizio del consumatore, ma anche nell’ambito del settore sociale e sanitario. La filiera cooperativa della salute rappresenta infatti il 41,3% del totale degli addetti del settore privato nella filiera. Il contributo occupazionale della cooperazione raggiunge con il 79% nel comparto dell’assistenza sociale residenziale e il 91,2% nel comparto dell’assistenza sociale non residenziale. Anche nella produzione e lavoro il movimento cooperativo nelle Marche contribuisce a creare occupazione. Nella logistica la quota di addetti in cooperativa è pari al 29,8% del totale degli addetti nel settore. Nei servizi di pulizia e sanificazione la quota di addetti in cooperativa è pari al 25,9% del totale degli addetti del comparto. Una cooperativa su quattro, tra quelle attive, non ha più di 10 anni di attività, ma il 36% ha già festeggiato i 30 anni di età anagrafica. 

La maggioranza assoluta degli occupati, il 64,1% del totale, è donna, come pure il 50,1% dei soci persone fisiche. Inoltre, il 42% delle cooperative aderenti attive conta una presenza maggioritaria femminile anche tra i soci. Le Marche presentano un’incidenza di cooperative femminili sul totale delle attive superiore al dato nazionale (il 25,1% rispetto al 24,2% nazionale registrato nel 2023).

“Numeri importanti che potrebbero essere anche superiori – dichiara il presidente di Confcooperative Marche, Massimo Stronati – se da ben sedici mesi non ci fossero così tante difficoltà nel reperire manodopera sia generica, sia qualificata. Il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro e la continua emigrazione di giovani fuori regione (spesso con destinazioni estere), – continua Stronati – restano i principali fattori di criticità per la crescita dell’occupazione nel movimento cooperativo nella regione”.

La promozione di nuova imprenditorialità cooperativa nelle Marche, però, fatica a trovare nuova linfa. Diminuisce infatti sia la natalità cooperativa sia il numero delle cooperative attive. Rispetto al 2022, nel 2023 il calo delle cooperative iscritte come attive in Camera di Commercio nelle Marche è pari al -3,7% ma è molto consistente tra le cooperative giovanili dove raggiunge il -6,9%. Tiene, infine, la cooperazione tra cittadini stranieri. Il peso delle cooperative formate da stranieri sul totale delle attive nella regione si attesta al 5,4% nel 2023 (era il 5,3% nel 2022).

Tra le criticità da affrontare preoccupa l’arretramento delle nuove iscrizioni di cooperative presso le Camere di Commercio nella regione nel 2023, pari al -28,3% rispetto all’anno precedente (a fronte del +2,1% registrato per il totale delle imprese). Segnali migliori provengono sul fronte delle cessazioni: nell’ultimo anno si rileva, infatti, un decremento di cessazioni di cooperative pari al -14,5% rispetto all’anno precedente (anche per il totale delle imprese si segnala una riduzione di cessazioni nel 2023 rispetto al 2022, pari al -8,3). Di fatto, dunque, nascono molte meno cooperative ma quelle attive tengono anche durante le crisi.

Confcooperative Marche ha comunque battuto la pandemia e cerca di contrastare efficacemente l’inverno demografico cooperativo – spiega il Presidente Massimo Stronati – Dal 2020 a oggi hanno aderito all’Associazione 41 nuove imprese, di cui 39 sono iscritte come attive nell’elenco nazionale di Confcooperative. Nel complesso le nuove aderenti attive sono presenti in tutti i settori dell’economia. In particolare, 17 nuove imprese aderenti attive nella cooperazione sociale, 8 cooperative di produzione e lavoro, 8 in ambito agricolo, 2 nella sanità, 2 nell’habitat (di cui una è una cooperativa di comunità), una in ambito cultura/turismo/sport e una nel credito”.

Le nuove frontiere: il servizio civile e l’economia green.

Confcooperative Marche ha aperto le porte delle cooperative anche attraverso il Servizio Civile Universale, un’importante occasione di formazione e di crescita personale e professionale per i giovani. Nel corso degli ultimi dieci anni il numero totale dei volontari coinvolti nell’ambito dei progetti attivati dagli enti che hanno aderito al Servizio Civile Universale della Confcooperative nella regione è pari a 306 unità e si contano 19 cooperative aderenti attive al 31.12.2023 già accreditate all’Albo del Servizio Civile Universale della Confcooperative.

Fondamentale, infine, la transizione digitale e la sostenibilità, che passano anche attraverso i temi della formazione professionale e della capitalizzazione delle aziende. Dalle risultanze delle periodiche indagini congiunturali sul sistema Confcooperative si evidenzia che anche le cooperative delle Marche hanno avviato iniziative per il risparmio energetico e la riduzione dei consumi e due su quattro hanno anche investito in materiali di minore impatto. Nell’ultimo biennio, tuttavia, i costi per la sostenibilità hanno avuto un impatto negativo sui bilanci delle cooperative, appesantiti oltre che dal caro energia e materie prime anche da normative di complessa e difficile attuazione.  Le cooperative devono gestire sempre meglio l’equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economico finanziaria. In tal senso più di 6 PMI cooperative su 10 (il 62,6% del totale) tra le aderenti attive nella regione sono, infatti, in fascia di vulnerabilità o rischiosità.

Il Direttore regionale di Confcooperative Mauro Scattolini, ha posto l’accento su innovazione e partecipazione ai progetti comunitari: “Dobbiamo accompagnare le cooperative nella presentazione di progetti a valere sui fondi comunitari FESR, FEASR, FEAMP e FSE. Sono sfide complesse ma che dobbiamo assolutamente vincere, l’innovazione e la crescita imprenditoriale passa anche attraverso il saper correttamente utilizzare le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea per potersi rafforzare. Alla nostra Organizzazione spetta il compito di fornire alle nostre associate gli strumenti utili e necessari per poter concorrere nei bandi,  dobbiamo sempre di più sforzarci per rappresentare al meglio le esigenze delle associate favorendo la crescita di managerialità nel settore”. 

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Comunicato Stampa