Il gruppo assembleare del Partito Democratico spiega il voto contrario alla proposta di legge sul “Rendiconto generale della Regione per l’anno 2023”
Il gruppo assembleare del Partito Democratico ha votato convintamente contro la proposta di legge sul “Rendiconto generale della Regione per l’anno 2023” approvato oggi dal consiglio regionale.
“La casa sta crollando – commenta il consigliere Romano Carancini -: lo dimostrano le performance registrate da questo rendiconto, che notoriamente misura la capacità di governo della maggioranza, sui tre principali settori di intervento della Regione, ovvero l’economia, il trasporto pubblico locale e la sanità. Siamo di fronte a un’economia che va letteralmente a rotoli, nonostante i giochi di prestigio del presidente Acquaroli per tentare di mascherare i suoi fallimenti.
Lo mette nero su bianco il rapporto di Bankitalia che fotografa un calo del 41,3% dell’export. Un dato drammatico se teniamo conto del peso che ha il settore manifatturiero nell’economia marchigiana. Così come quello riguardante il movimentamento merci nel porto di Ancona, diminuito del 10,3%, e il traffico passeggeri dell’Aeroporto di Falconara, ultimo nella crescita tra quelli dell’area adriatica. Inevitabili le ricadute sull’occupazione che cresce, sì, ma solo dello 0,3% rispetto a una media nazionale del 2,1%, e sul potere di acquisto di salari e stipendi, mangiato dall’inflazione.
Sul trasporto pubblico locale, seconda voce del bilancio, le Marche sono ultime tra le Regioni a statuto ordinario nella ripartizione del fondi nazionale: appena 75,3 euro pro capite. A ciò si aggiunge che le Marche sono ultime anche nello stanziamento di risorse proprie con 9 euro ad abitante.
A essere colpiti da questa miopia politica sono ovviamente le fasce sociali più deboli: studenti, meno abbienti, anziani, pendolari. Infine la sanità, settore che ha visto la Regione Marche perdere ben 50 milioni di euro a fronte del permanere di tutte le maggiori criticità, su tutto i lunghi tempi delle liste di attesa e l’aumento della mobilità passiva.
In tutto ciò, a distanza di oltre due anni dalla legge sulla riorganizzazione, la pseudo riforma del sistema sanitario resta al palo perché la giunta Acquaroli non è stata ancora in grado di far approvare gli atti aziendali, fondamentali per dare operatività alle nuove Aziende sanitarie territoriali”.
Bocciato nel corso della seduta un’ordine del giorno presentato dal consigliere Fabrizio Cesetti e sottoscritto da tutto il gruppo dem.
“Giunta regionale e maggioranza – afferma Cesetti – si ostinano a ignorare i puntuali rilievi della Corte dei Conti, in particolare quelli mossi alle leggi che hanno portato all’istituzione dell’Atim e della figura del sottosegretario, e a quella che ha assegnato carattere strategico al Centro Agro-Alimentare Piceno. Rilievi che hanno evidenziato una violazione delle politiche di contenimento di spesa pubblica e che, vale la pena ricordarlo, coincidono con quelli contenuti nelle decine di atti ispettivi che abbiamo portato in aula a partire dal 2021.
Se questa discutibile inclinazione della giunta Acquaroli ha rappresentato fino a oggi un’inspiegabile scelta amministrativa, con l’odierna bocciatura del nostro ordine del giorno diventa un atto politico. Il centrodestra, infatti, ha scientemente respinto la richiesta di apportare in occasione del prossimo bilancio le necessarie modifiche a queste tre leggi per uniformarle ai principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica garantiti dall’articolo 119 della Costituzione.
Non solo, con il loro voto contrario, i consiglieri di maggioranza hanno detto no all’adozione di tutti i provvedimenti di competenza per adeguare l’azione del governo regionale alle indicazioni della Corte dei Conti. Questa deriva, oltre a produrre i danni e i disservizi che ormai tutti conosciamo, rischia di diventare estremamente pericolosa per le finanze della Regione Marche.
Un fatto che, a nostro modo di vedere, forse neanche la stessa Corte dei Conti dovrebbe più ignorare”.