Wednesday 29 October, 2025
HomeComunicati stampaGli Stati Generali della felicità in azienda: il benessere non è più un trend, ma una leva strategica

Al via la prima edizione di Wellbeing Happiness Forum, l’evento organizzato da Efi Ecosistema Formazione Itali per colmare il ritardo dell’Italia in fatto di welfare

Il benessere dei lavoratori è una variabile economica sempre più strategica. Le imprese che investono in salute mentale e qualità del lavoro registrano, secondo uno studio di McKinsey, una produttività per ora lavorata superiore del 30% e un turn-over dimezzato. Ma in Italia i numeri restano drammatici: solo il 6% dei lavoratori si dichiara pienamente motivato, contro il 13% della media europea e il 21% mondiale (Gallup, State of the Global Workplace 2024). 

Il costo della demotivazione è molto elevato: 8,9 trilioni di dollari a livello globale, tra cali di produttività e assenteismo. A pesare non è solo la fatica fisica, ma lo stress: l’organizzazione mondiale della sanità stima in 12 miliardi le giornate di lavoro perse ogni anno per ansia e depressione, con un costo di un trilione di dollari.

Italia fanalino di coda, decisamente meglio nel nord Europa. Mentre nei Paesi nordici fiducia, autonomia e welfare assicurano elevata qualità del lavoro, l’Italia resta ferma a un modello rigido, ufficio ed orario centrico. Le imprese più innovative, però, iniziano a sperimentare nuove formule: smart working regolato, diritto alla disconnessione, programmi di salute mentale e, in alcuni rari casi, anche la settimana lavorativa corta. I risultati all’estero sono incoraggianti: nel Regno Unito, dopo sei mesi di test in 61 aziende, il burnout è crollato del 71% mentre la produttività è rimasta invariata o in aumento; in Spagna, invece, aver ridotto l’orario a 37,5 ore settimanali ha migliorato benessere e soddisfazione.

Nonostante questi esempi positivi, però, dobbiamo ammettere che la strada per la felicità al lavoro è ancora molto lunga. Per riflettere su un aspetto così importante, Ecosistema Formazione Italia (EFI) e OMM Business hanno organizzato Wellbeing Heppiness Forum, un evento – che ha preso il via oggi e continuerà anche domani – con un obiettivo ambizioso, ma molto preciso: esplorare nuovi modelli organizzativi, condividere pratiche di leadership consapevole e promuovere un uso più sano della tecnologia.

«Da qualche tempo – spiega Kevin Giorgis, presidente di EFI Ecosistema Formazione Italia, associazione non profit che abilita una rete tra responsabili delle risorse umane, della formazione aziendale, enti formativi, università, fornitori e istituzioni allo scopo di favorire sinergie, relazioni, opportunità di networking, eventi e fornire strumenti pratici per lo sviluppo del settore – i lavoratori non sono più disposti a sacrificare il proprio benessere per le opportunità di carriera o di guadagno.

La salute e la felicità sono salite al primo posto della loro scala valoriale: è su questo elemento cruciale che le aziende devono impostare le proprie strategie di talent attraction e talent retention. Tale fattore, che fino a poco tempo fa era considerato secondario e intangibile, è oggi strettamente correlato alle performance e, di conseguenza, al business. Ed è su questo che, sempre di più, dovremo concentrarci».

Più di cento speaker sul palco in 2 giorni. Wellbeing Happiness Forum si rivolge a HR, L&D, Chief Happiness Officer (CHO), responsabili del benessere e welfare aziendale, si articola in due giornate di condivisione che si svolgeranno sia sul main stage, sia durante gli Stati Generali, ovvero workshop di un’ora e mezza progettati per sviluppare un dialogo strutturato e costruttivo fra esperti, HR director, wellbeing manager e istituzioni per cambiare, davvero, il mondo del lavoro.

Saranno presenti più di 100 speaker, 800 partecipanti nelle due giornate, più di 50 tra community e media partner e oltre 20 organizzazioni che, quotidianamente, supportano le aziende nel prendersi cura dei propri dipendenti.

Wellbeing, una priorità per tre aziende su dieci. Il benessere è un fattore chiave nelle decisioni delle persone: candidarsi, accettare una proposta e negoziare un contratto dipendono molto dalla percezione di quanto l’azienda si prenda cura delle persone.

Lo dimostrano i dati della ricerca Corporate Wellbeing 2025 di Radical HR e realizzata in partnership con EFI Ecosistema Formazione Italia, UGO e DoubleYou: le domande sul benessere sono molto frequenti in circa un terzo dei processi di selezione e in più del 70% delle aziende le persone chiedono iniziative a sostegno del benessere.

Tuttavia, solo tre organizzazioni su dieci considerano il Wellbeing una priorità reale della leadership, anche se sono consapevoli dei suoi benefici: tra gli obiettivi di business legati al benessere, infatti, ci sono soprattutto l’aumento dell’engagement (68%), il miglioramento del clima aziendale (67%) e il sostegno alle iniziative di attraction e retention (58%). 

Inoltre, nella maggioranza delle aziende ancora non esiste una figura dedicata al Wellbeing (57% del campione). Non solo: un terzo delle imprese non stanzia budget per il benessere delle persone e solo il 15% del campione pensa che le risorse a disposizione siano adeguate.

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Comunicato Stampa