Abbiamo letto nei giorni scorsi della iniziativa del Gruppo Fileni di installare delle arinie di api nei pressi degli allevamenti di Fabriano, Cannuccia e Ostra per monitorare la qualità dell’aria, del suolo e dell’acqua. Abbiamo sempre ammirato la fantasia del Gruppo Fileni che invece di ricorrere alla installazione di costose centraline di rilevamento della qualità dell’aria ahimè in grado di rilevare parametri scientifici inconfutabili, hanno preferito invece optare per questi graziosi animaletti molto più economici e i cui risultati verranno interpretati in modalità estemporanea da chissà quale esperto del gusto del miele.
Sì, soprattutto economicità per non intaccare il profitto e mancanza di rigore scientifico. E poi le api sono degli animaletti simpatici che piacciono a tutti e che dal punto di vista del marketing, a vedere come la stampa le ha accolte con entusiasmo, funzionano sempre. L’Ape Maia è stato un successo dei cartoons strepitoso !
Per quanto riguarda le soluzioni economiche, poi, il Gruppo Fileni è uno specialista ! L’abbiamo visto a Ripa Bianca quando ha proposto soluzioni innovative come mettere degli alberelli o mettere dei teli di plastica per abbattere l’odore. Oppure li abbiamo visti a Monet Roberto ideare dei deflettori decantati come la soluzione geniale contro l’inquinamento, salvo poi smentire ufficialmente dicendo che non funzionavano, proponendo nuove soluzioni (mi raccomando economiche !) altrettanto inutili.
Specialisti nell’economico, insomma. Teli di plastica e lamiera contro filtri costosi di provata efficacia, con il plauso e l’approvazione degli organi tecnici preposti, Asur e Arpam in primis seguiti da Regione e Comuni.
Ma d’altronde perché sprecare dei soldi quando gli organi preposti convalidano queste idee fantasiose e folkloristiche?
Poi il marketing è il punto forte di Fileni, che sceglie iniziative che possano fare colpo. Come la volta che con Legambiente ha ripulito un parco di Jesi precettando i propri dipendenti (ricordando un film di Fantozzi), che conti alla mano avevano ripulito circa un metro quadro a testa.
Eurotrofizzazione nel Fiume Esino
A prescindere però da questo amaro umorismo, vi proponiamo oggi due foto del Fiume Esino a valle dell’allevamento Fileni di Monte Roberto. Questo fenomeno che vedete si chiama EUTROFIZZAZIONE e significa il proliferare delle alghe a causa dell’eccesso di azoto nell’acqua, causando carenze di ossigeno che determinano la progressiva morte delle altre forme viventi. Ci chiediamo a riguardo e poniamo la questione anche a qualche studioso e paladino del Fiume Esino che in passato ha studiato il fenomeno: c’e’ qualche relazione fra l’allevamento avicolo di Monte Roberto e gli allevamenti avicoli della Vallesina ( il settore agro-zootecnico contribuisce per il 60%) e l’EUTROFIZZAZIONE ?
Sono state controllati, da chi ha il compito di farlo, gli scarichi delle acque reflue degli allevamenti Fileni ?
Dove sono finiti i tre esposti alla Procura della Repubblica fatti dagli abitanti che vivono nei pressi di altrettanti allevamenti avicoli proprio sull’argomento delle acque reflue?
E cosa hanno fatto i Carabinieri Forestali dopo i sopralluoghi fatti a Ripa Bianca a seguito della chiamata degli abitanti preoccupati da eventuali sversamenti di acque reflue ?
L’importante, in fondo, è che siamo tutti felici pensando alle api che controlleranno gli allevamenti, togliendo questa incombenza agli Enti preposti. Poi se il Fiume Esino muore ci penseranno i nostri figli o i nostri nipoti!