da Coldiretti Marche
Se l’emergenza cinghiali è ormai un fatto evidente anche nelle città con gli ungulati sempre più audaci nelle zone residenziali a due passi dal centro, l’altro fronte aperto per gli agricoltori è quello rappresentato dai piccioni.
Secondi solo ai cinghiali nella conta dei danni nei campi, questi volatili sono finiti al centro del dibattito politico dopo le insistenze di Coldiretti Marche che, già da tempo, sottolinea la necessità di procedure più snelle per consentire agli agricoltori di difendere i propri campi.
La giunta regionale in una delibera ha affidato il compito di organizzare appositi corsi di formazione della durata di massimo tre ore al termine dei quali sarà conferito un attestato di partecipazione. Servirà a proprietari e conduttori di fondi agricoli in possesso di licenza di caccia di intervenire autonomamente sui propri campi previa comunicazione alla Polizia Provinciale che resta il compito sugli interventi e la verifica del rispetto delle procedure.
“Dopo la modifica della legge nazionale che ha introdotto l’obbligo di formazione per gli agricoltori – spiegano da Coldiretti Marche – servivano corsi di formazione ad hoc. Su nostra esplicita richiesta il corso durerà 3 ore. Abbiamo inoltre chiesto alla Regione di vigilare sulla loro pronta attivazione e l’istituzione di un albo regionale degli operatori abilitati”.
I piccioni, insieme agli storni, sono un vero flagello per le semine. Molti agricoltori hanno abbandonato colture importanti e redditizie come pisello proteico, mais da polenta o girasole. Secondo i dati del Rapporto faunistico della Regione Marche i cinghiali rappresentano il 75% dei danni in agricoltura mentre i piccioni, al secondo posto, sono al 10%.