Thursday 21 November, 2024
HomeComunicati stampaAnniversario sisma centro Italia, Geologi Marche: sì a fondi ricostruzione per sicurezza idrica

“A otto anni dal terremoto il cratere sismico del centro Italia è ancora lontano dalla normalità. Ma oggi, 2024, una nuova emergenza si è affacciata sull’Appennino squassato dal sisma: quella idrica” scrive Piero Farabollini, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, in una nota. 

“Così come in tante altre zone d’Italia – continua Farabollini -, la lunga estate di temperature record e bassissima piovosità ha comportato gravi problemi anche nell’area colpita dal sisma. Dove già la condizione di partenza era svantaggiata: numerose sorgenti e captazioni idriche hanno subito importanti trasformazioni proprio a causa della sequenza sismica del 2016, con la portata che si è spesso ridotta e, in alcuni casi, è addirittura scomparsa. Si sta depauperando in modo grave la risorsa idrica del nostro serbatoio naturale: quello dei monti Sibillini, dove la neve è sempre più scarsa in inverno e la pioggia sempre più rara in estate. A ciò si aggiunge un altro tema, ben noto anche in altre regioni italiane: la fatiscenza della rete idrica, con perdite di rete inaccettabili in un Paese membro del G7. A mio parere, le tante risorse di cui gode la ricostruzione si sarebbero potute destinare anche al ripristino funzionale della rete acquedottistica”. 

“Quanto alla ricostruzione vera e propria – prosegue il presente dei geologi marchigiani -, segnaliamo che il costo delle abitazioni sta raggiungendo i circa 3500 euro al metro quadro. Si tratta di un’enormità: neanche al centro di Roma o di Milano si raggiungono prezzi così elevati. Per dare un’idea, parliamo di aree in cui il prezzo di mercato degli edifici si aggira intorno ai 1000 euro al metro quadro. Un ulteriore elemento sul quale riflettere è quello delle Sae (Soluzioni abitative di emergenza). Secondo la legge 189 del 2016 le Sae, una volta completata la ricostruzione privata, dovranno essere rimosse con ripristino dei luoghi di origine”. 

“Sappiamo però che, per realizzarle, il territorio è stato sottoposto a sbancamenti, terrapieni, bonifiche e urbanizzazioni come a Bolognola, Visso, Castelsantangelo sul Nera. Per non vanificare tutto questo lavoro sarebbe importante ragionare su un impiego di questi luoghi per aumentarne la ricettività turistica (o universitaria, nel caso di Camerino)”.

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Comunicato Stampa