Acquaroli: “un progetto nato dal dialogo, fondamentale per la comunità marchigiana”. Fiordelmondo: “Massimo Bacci punto di partenza”
Amazon inizia a materializzarsi. Un cantiere che da oggi inizia materialmente a prendere forma con la simbolica posa della prima pietra del nuovo polo logistico di Jesi della multinazionale.
Un taglio del nastro che ha richiamato nell’interporto delle Marche nella mattinata del 24 maggio i rappresentanti di Amazon, delle istituzioni regionali e nazionali e delle forze dell’ordine. Un punto di partenza preceduto da un momento di riflessione con le personalità presenti.
Ad iniziare dalla testimonianza dell’Ingegner Stefano Perego che parla del ruolo strategico delle Marche, di occupazione, di posti di lavoro ben retribuiti e sicuri, ma anche di sostenibilità e controllo dei consumi. “Siamo orgogliosi di potenziare le nostre attività con il primo centro di distribuzione nelle Marche“, ha dichiarato il VP Amazon North America, Europe & Global Operations. “Negli ultimi dieci anni abbiamo sostenuto investimenti significativi in tutto il Paese, dal Veneto alla Sicilia, passando per l’Umbria, il Lazio, l’Abruzzo, la Puglia, la Campania e la Sardegna. In Italia attualmente impieghiamo più di 18.000 persone a tempo indeterminato che lavorano in un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo”.
“L’obiettivo è di portare a lavorare quei tre milioni di giovani italiani che oggi non studiano, non lavorano e non cercano lavoro. Particolarmente vulnerabili sul piano sociale” ha aggiunto il Ministro per le imprese e il made in Italy Adolfo Urso. “Dobbiamo portare i nostri giovani a studiare e formarsi, metterli nelle condizioni di creare famiglia e aiutarli a realizzare i loro sogni“.
“Sono orgogliosa di essere qui – ha aggiunto la Sottosegretaria Lucia Albano– sia perché sono marchigiana, ma soprattutto perché ho sentito parlare del modello marchigiano. Quando ho pensato alla posa della prima pietra ho ricordato quando Giorgia Meloni ha inaugurato la campagna elettorale ricordando che Ancona è una porta sul Mediterraneo. Una porta logistica che con questo progetto alimenta ancora di più il suo valore“.
Seguono le parole del Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli: “una cerimonia per noi molto importante, che arriva dopo un percorso lunghissimo grazie a tutti coloro che hanno lavorato per questo. La possibilità che Amazon dà a questo territorio, la possibilità di attivarci e aumentare la credibilità. Uno spunto per i marchigiani, per capire le possibilita che hanno. È un progetto nato dal dialogo tra le amministrazioni e tra Porto, Interporto e Aeroporto che prima non avevano mai dialogato. Oggi parte una nuova sfida, Amazon sta facendo la sua e noi ce la metteremo tutta“.
“Amazon avrà un impatto a livello non solo economico ma anche infrastrutturale e di cultura imprenditoriale – ha affermato il Presidente della provincia Carnevali. Le istituzioni devono essere brave ad accompagnare questo innesto positivo in tutto il mondo economico e sociale del territorio“.
Seguono le parole del sindaco Lorenzo Fiordelmondo: “ringrazio chi ha visto nel nostro territorio questa possibilita di sviluppo. Ringrazio il Dottor Bacci che è il punto di partenza di una storia che oggi si concretizza con la posa della prima pietra. Preme sottolineare il lavoro che il Comune di Jesi ha messo a terra affinché questo si potesse realizzare, e tutti i tecnici. Oggi scriviamo un altro pezzo di storia della città e della regione. Avremo a disposizione un sistema di relazioni globale che qualificherà le aspettative del territorio“.
A chiudere il Presidente di Interporto Massimo Stronati: ” in questi mesi sono stato considerato l’uomo Amazon ma lo sforzo è di tutto il territorio. Sono passati tanti anni di cose fatte più o meno bene. Quando andava male il tribunale di Ancona non ha diviso questa grande area e questo è importante perché un’area così non si trova ovunque. La Giunta Acquaroli ha patrimonializzato l’Interporto, ci ha nominato nel Consiglio di Amministrazione un anno fa. La filiera istituzionale ha funzionato, abbiamo fatto un bel gruppo nel cda ed abbiamo avuto persone serie e preparate“.
“La mia firma -ha concluso- chi mi conosce, sa che è una firma per il lavoro. Il lavoro cambia, ma anche noi dobbiamo cambiarlo. Credo nelle imprese piccole, medie e grandi e c’è bisogno di un nuovo umanesimo del lavoro“.