Saturday 4 May, 2024
HomeAttualitàTumore al fegato, ad Ancona il convegno con i maggiori esperti italiani

Un convegno con i maggiori esperti nella lotta al carcinoma epatocellulare, provenienti da Marche, Umbria e Abruzzo.

L’incontro, organizzato dall’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche si terrà all’Hotel Passetto di Ancona il 13 e il 14 ottobre, con l’intento di approfondire quanto gravita intorno al carcinoma patocellulare.

Al centro dunque, vi sarà la prevenzione, l’importanza della diagnosi precoce e la multidisciplinarietà di una patologia che ogni anno colpisce circa 13 mila persone, caratterizzato da una bassa sopravvivenza (20% a 5 anni e 10% a 10 anni). condizione che avviene nonostante negli anni siano notevolmente migliorate le possibilità diagnostiche e terapeutiche.

Il carcinoma epatocellulare ha enormi possibilità di cura – sottolinea Gianluca Svegliati Baroni, Professore Associato in Gastroenterologia dell’Università Politecnica delle Marche e Responsabile dell’Unità di Danno Epatico e Trapianti presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche – Il cardine è lo screening dei pazienti con cirrosi epatica con ecografia ogni sei mesi, che ci permette di identificare l’eventuale comparsa del tumore, Il passo successivo nella diagnosi precoce del tumore, in presenza di un quadro sospetto all’ecografia dell’addome, è l’esecuzione di indagini radiologiche di secondo livello (TAC o Risonanza Magnetica) che in mani esperte permettono di arrivare ad una diagnosi definitiva e quindi ad individuare le possibilità di trattamento per ogni singolo caso. La complessità della patologia, dei pazienti con le loro comorbidità, e delle terapie a disposizione ha portato alla nascita di un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (PDTA) in atto ormai da due anni presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche. Alla diagnosi, dobbiamo stabilire un vero e proprio progetto terapeutico che viene identificato in apposite riunioni e che viene guidato proprio dal PDTA”.

Per la cura del carcinoma epatocellulare abbiamo nuove terapie a disposizione – sottolinea la prof.ssa Rossana Berardi, Professore Ordinario di Oncologia dell’Università Politecnica delle Marche e Direttore della Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche e Consigliere Nazionale AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica-. La vera rivoluzione però è nella gestione multidisciplinare de pazienti che si è imposta negli ultimi anni ed è la più efficacie arma a disposizione per ridurre la mortalità.. Il paziente può ricevere più di un trattamento per arrivare all’obiettivo finale, la guarigione. Infatti è proprio la multidisciplinarietà il segreto della guarigione del paziente, come avviene all’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche grazie alla collaborazione costante tra epatologi, chirurghi, radiologi, ed oncologi. Oggi questo è possibile anche attraverso la piattaforma di telemedicina del Centro Oncologico e di Ricerca delle Marche (CORM), utilizzabile da tutti i medici a beneficio dei pazienti (www.corm-marche.it)”.

Negli ultimi decenni, lo sviluppo tecnico degli approcci locoregionali al carcinoma epatocellulare (HCC)  ha avuto come esito il continuo ampliamento del range di terapie interventistiche combinate – prosegue il Dr. Roberto Candelari Direttore dell’Unità Complessa di Radiologia Interventistica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche.  Se la resezione epatica e il trapianto di fegato sono considerati ottimali nel trattamento potenziale dell’HCC, soltanto il 20% degli HCC può essere trattato chirurgicamente: la restante parte può e deve sottoporsi a procedure interventistiche locoregionali.. Si è ormai delineata la figura del medico Radiologo Interventista che esegue approcci prevalentemente in anestesia locale e raramente con una sedazione profonda, con minore stress procedurale per il paziente, riduzione del dolore, degli effetti collaterali e delle complicanze, nonché dei tempi di ricovero ospedaliero con una più rapida ripresa delle normali attività quotidiane.”

Patologie complesse come i tumori primitivi del fegato richiedono expertise e formazione adeguate degli operatori sanitari. Una valida formazione disciplinare, di base e specialistica, unitamente alla capacità di lavorare in team, rappresentano obiettivi importanti del percorso universitario della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche al fine di supportare il lavoro interdisciplinare in sanità”- aggiunge il prof. Mauro Silvestrini, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche.

Presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche ogni anno vengono valutati circa 300 pazienti con lesioni focali del fegato che in più della metà dei casi risultano essere affetti dal tumore – conclude il Prof. Gianluca  Svegliati Baroni, referente scientifico del PDTA.  Dall’analisi dei dati del PDTA, abbiamo visto che il 50% dei pazienti con carcinoma epatocellulare riceve nel nostro Ospedale un trattamento radicale che porta alla guarigione. Consideriamo anche che il 30% dei pazienti proviene da fuori Regione, sottolineando il ruolo di punto di riferimento dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche nella gestione dei pazienti con malattia di fegato avanzata alla pari dei centri più avanzati in Italia nella cura di questa patologia”.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.