“Vogliamo credere all’impossibile. Pretendere che chi sa parli. Perché non esistono disegni più grandi di una singola vita”
“Era tanto triste dentro ma fuori faceva sempre vedere la voglia di vita che aveva“, così ricorda Andreea chi la conosceva. Dal giorno della scomparsa, la notte tra l’11 e il 12 marzo di due anni fa, allo scorso 20 gennaio, quando il suo corpo è stato ritrovato, tutti abbiamo sperato in un epilogo diverso. La sua storia è entrata nelle nostre case, insieme alla consapevolezza che la realtà vissuta dalle persone che incontriamo per strada, che frequentiamo o che vediamo lavorare in un bar della nostra città non sia poi tanto semplice come potrebbe apparire.
Così, in tanti hanno risposto al richiamo di Georgeta, la mamma di Andreea, che nei giorni scorsi aveva annunciato una fiaccolata nel ricordo di sua figlia per la sera del 12 marzo. Circa 300 persone, insieme ai rappresentanti dell’istituzione cittadina, il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e gli assessori Luca Brecciaroli, Alessandro Tesei e Loretta Fabrizi, gli amici e coloro che la conoscevano.
“Vi voglio solo ringraziare perché siete venuti in tanti e so che mia figlia vive nel cuore di tutti voi” – ha affermato Georgeta nel primo momento di raccolta lungo il percorso, iniziato dall’Arco Clementino fino al duomo in Piazza Federico II.
Custodita dalle mani dei partecipanti una candela. Nella veste di alcuni, una spilletta con il disegno dell’unicorno “scelto come simbolo per ricordare Andreea” ha spiegato un’amica della famiglia prima di leggere un pensiero dello scrittore Alessandro Morbidelli: “ Solo osservando qualcosa di impossibile possiamo accorgerci che l’impossibile accada. Impossibile è che Andreea non c’è più. Impossibile è non ricordare la sincerità di una ragazza che non le mandava a dire, rumorosa, che non temeva di farsi sentire. Impossibile è non rimanere rapiti dal mondo magico che Andreea rappresentava, con lo zainetto a forma di unicorno che aveva sempre con sé. Vogliamo allora credere all’impossibile. Credere agli unicorni. Perché credere significa pretendere e ottenere che chi sa parli, che chi ha il dovere di rendere il mondo un posto migliore agisca senza tentennamenti. Perché non esistono disegni più grandi di una singola vita“.
“Voglio ringraziare le tante persone presenti – ha affermato il sindaco Fiordelmondo – una dimostrazione non solo di affetto ma di condivisione di un dolore per una vicenda che, seppur parte di una sfera privata, coinvolge tutta la sfera civile. La mia, a nome della città, è una vicinanza assoluta ad Andreea e alla mamma. Ho avuto modo di incrociarla nel locale dove lavorava e ho riconosciuto anch’io, proprio come è stato ricordato, l’empatia e la simpatia unica che era in grado di lasciare alle persone che incontrava“.
La fiaccolata, guidata dallo striscione con scritto “Verità e giustizia per Andreea“, si è conclusa con un momento di raccoglimento all’interno del duomo.