Ieri, martedì 9 luglio, un’assemblea dei soci, domani, giovedì 11 luglio, la convocazione dei giornalisti presso la Cantina di Montecarotto. La volontà della Presidente di Terre Cortesi sarebbe quella di riferire sull’ andamento dell’assemblea e sullo stato dell’eredità lasciata dal precedente vertice, all’attuale Consiglio di Amministrazione che – si legge nella nota di invito alla stampa – “si è dovuto fare carico di risolvere situazioni critiche ultradecennali e di fornire una soluzione che tuteli il futuro dei soci della Cooperativa“.
L’incontro precederà di qualche ora il Consiglio di Amministrazione convocato per le ore 14,30, che delineerà il nuovo futuro della Moncaro, da sottoporre alla prossima Assemblea del mese di luglio.
L’istanza di fallimento e il commento di Ciccioli
La convocazione di stampa e Cda arriva all’indomani dell’istanza di fallimento presentata dal maggiore creditore di Terre Cortesi Moncaro. Un produttore dell’Emilia Romagna che dovrebbe riavere dalla Cooperativa di Montecarotto 1,1 milioni di euro.
A parlare di Moncaro nella giornata di mercoledì anche Carlo Ciccioli che paragona la situazione di Terre Cortesi a quella del transatlantico che, dal 1912, si trova nel cuore del Pacifico.
“A seguito dell’assemblea dei soci della Moncaro – si legge nella nota stampa condivisa dal neo europarlamentare – continuiamo ad assistere a una situazione che va a distruggere, temiamo in modo irreparabile, l’immagine della più grande cooperativa vitilinicola delle Marche, produttrice storica di Verdicchio dei Castelli di Jesi. Senza considerare la Spada di Damocle che pende sulla testa dei soci rappresentata dall’istanza di fallimento che sarà discussa il prossimo 5 settembre, presentata dal maggior fornitore della Moncaro che vanta un credito pari a 1,1 milioni di euro per mosto e vino bianco e rosso. Ma prima c’è anche da salvaguardare la vendemmia”.
“Mi sembra di assistere all’orchestra del Titanic che continua a suonare mentre, attorno ad essa, tutto precipita. La nave sta affondando e chiedo a tutti di mostrare un minimo di senso di responsabilità per scongiurare questo triste finale. La Moncaro e il territorio non possono permetterselo, la Regione non può permetterselo. Scongiurare che la nave affondi, mentre ciascuno suona il proprio spartito, questa deve essere la sola priorità. Quindi, chi deve, faccia un passo indietro se non è in grado di garantirne la sopravvivenza o chieda aiuto e sostegno. La Moncaro è un pezzo importante della nostra comunità regionale. Bisogna iniziare a pensare al commissariamento da parte del Ministero delle Imprese e del made in Italy secondo le prerogative stabilite dalla Legge di Bilancio 2018”.