Il vescovo Gerardo Rocconi: “Nessuno uccide in nome di Dio, ciò che accomuna tutte le religioni è il volere la pace”
Come ogni anno alle porte del Natale, si è svolto in Comune l’incontro, tra le confessioni religiose della città. Insieme al vicesindaco Samuele Animali, ed i dipendenti comunali erano presenti il Vescovo Gerardo Rocconi della chiesa cattolica, il direttore di Caritas Jesi Marco Mario D’ Aurizio, il comandante della polizia locale Cristian Lupidi, Don Paolo della comunità ucraina di rito bizantino, il pastore della chiesa cristiana avventista Jonathan Brescia ed il segretario del centro culturale islamico Al-huda Alam Robin.
“Un momento di condivisione e saluti, in un luogo simbolico perché il Comune è la casa di tutti – ha ricordato in apertura il vicesindaco Samuele Animali. “La dimensione spirituale in questo periodo assume una rilevanza particolare non solo per i credenti ma per tutti, perché il bisogno di spiritualità è inevitabile per chiunque“.
Spiritualità che non può non richiamare il concetto della pace, filo conduttore delle riflessioni portate da tutti gli esponenti religiosi.
“Tutti qui siamo convinti che non si possa uccidere in nome di Dio perché ciò che accomuna le religioni è proprio il volere la pace – ha affermato il vescovo Gerardo Rocconi – Anche là dove si tira fuori il discorso religioso per giustificare determinate azioni, la religione non c’entra“. “Dovremmo essere tutti operatori di pace – ha aggiunto D’Aurizio in rappresentanza della Caritas di Jesi. La pace non c’è quando dobbiamo difendere i nostri interessi a scapito di altri. Nei tavoli internazionali ciò che emerge è l’enorme problema ecologico che ci riguarda, che caratterizza il nostro tempo e tutti dobbiamo farcene carico. A Jesi come Caritas abbiamo una fortissima collaborazione con le istituzioni, abbiamo avviato il progetto di riuso, vogliamo creare una comunità energetica rinnovabile, perché se vogliamo difendere i più poveri dobbiamo costruire anche il rispetto dell’ambiente”.
La parola è passata poi al nuovo rappresentante dei fedeli cattolici ucraini di rito bizantino, Don Paolo: “vorrei ringraziare per le tante iniziative fatte per la pace in questa città, spero che potremo collaborare tutti insieme per adempiere quel messaggio che, come ha ricordato il vescovo, accomuna tutti noi”.
Infine, un richiamo a quanto sta accadendo nel mondo: “forse non ci rendiamo conto che da questa parte dello schermo, quando osserviamo ciò che sta succedendo, possiamo tentare piccole azioni che tendono verso la pace. In primis essere presenti, perché la pace è possibile se si è presenti. Quando c’è uno scontro è facile fuggire e scappare facendo finta di non vedere. Esserci con la relazione ed il dialogo può aiutare a scardinare il muro di separazione“, ha commentato Jonathan Brescia della chiesa avventista. Un’ azione che passa dunque per le azioni quotidiane di ciascuno, riflessione condivisa anche da Alam Robin che, rappresentando il centro islamico Al-Huda ha ricordato “l’importanza di agire singolarmente nel rispetto della religione, per la pace di tutti“.
A proposito di pace, il 6 gennaio ricorrerà la Giornata mondiale istituita in suo nome. Come ricordato dall’Assessora alle politiche per la pace Loretta Fabrizi, la città di Jesi organizzerà il consueto corteo con i palloncini nella mattinata ed un incontro a Teatro Pergolesi nel pomeriggio, ad ingresso libero, al quale parteciperanno Neri Marcorè ed i genitori di Luca Attanasio, Ex Ambasciatore d’Italia presso la Repubblica Democratica del Congo dove ha perso la vita lo scorso 22 febbraio 2021.