Dal 20 giugno al 6 luglio 2025, Palazzo Bisaccioni a Jesi (Piazza Colocci 4) ospiterà una straordinaria mostra antologica dedicata a Franco Burattini, intitolata “Sono vissuto un giorno”. Presso la Fondazione Cassa di Risparmio, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi nell’universo intimo e profondo di un artista che sfida le convenzioni e cerca di dare forma all’inesprimibile.
L’inganno dell’arte e la libertà interpretativa
Come suggerisce il pensiero nicciano, ogni forma d’arte racchiude un “inganno”, una “menzogna” nella sua rappresentazione. Ed è proprio in questo rovesciamento della figuratività edificante che si apre la porta a un’interpretazione libera e autentica. L’arte, per Burattini, diventa il mezzo attraverso cui la psiche, in lotta contro le catene delle convenzioni, aspira a esprimere l’originario, la materia sconosciuta del reale.
L’espressione artistica si configura così come un ritorno alla radice dell’essere, una forza motrice che Jacques Lacan identificherebbe come il nucleo generativo dell’energia umana: la voglia di creare. Franco Burattini, poeta e grafo-pittore, manipola colore, linea e luce, approfondendoli nell’immagine, il cui etimo persiano, “l’himma”, richiama il potere inventore del cuore.
La dinamicità dell’inconscio su tela
L’artista si dedica a trarre l’inconscio, a percepirne il tratto materico, nudo e ineffabile, per poi tradurlo su tela senza infingimenti. Il risultato è la restituzione della dinamicità di un pensiero vivo che distorce e ricompone, contamina e reagisce. Il suo percorso artistico è un itinerario che non segue stilemi preconfezionati o direzioni prestabilite, ma piuttosto il suo moto perpetuo conoscitivo, onirico e ineffabile.
Le opere di Burattini sono un’emersione di fantasie, ferite e fughe, tutte tese a risolversi nel vigore immediato del segno, nella pura pretesa d’esistere. Nel suo percorso, non c’è un prima o un dopo, ma solo l’adesso, un presente vibrante e ineluttabile.
“Sono Vissuto un Giorno”: una riflessione esistenziale
La mostra antologica, curata dalla storica dell’arte Loretta Mozzoni, sarà inaugurata il 20 giugno dalle ore 18:00. Il titolo stesso, “Sono vissuto un giorno”, propone una semplice unità esistenziale spazio-temporale quotidiana. Evoca quella perenne distanza tra il punto A e il punto B che ognuno di noi percorre all’interno di coordinate oggettivamente rigorose e cogenti, ma al contempo variabili, forsennate e imperscrutabili. Proprio come la maniera policroma con cui queste esperienze si imprimono sulla tela della nostra anima.