Wednesday 15 May, 2024
HomeAttualitàLa protesta degli agricoltori a Jesi: “basta speculazioni sulle nostre tradizioni”

Erano circa settanta trattori e qualche centinaia di agricoltori ieri a Jesi, nel presidio organizzato in Via Don Rettaroli. Nessun corteo, data l’autorizzazione negata dalla questura ma un presidio pacifico, come sta accadendo nel resto d’Italia, arricchito da prodotti cucinati sul posto e convivialità: testimonianza viva che l’agricoltura è la fonte di ciò che mangiamo.

L’agricoltura ha ragioni che l’Europa non ha”, “se volete mangiare la terra dobbiamo coltivare”, “uniti contro le eco follie europee”, “l’agricoltura è alla base della cultura” – si legge negli cartelli attaccati ai trattori. “Smettetela di uccidere le nostre tradizioni con le vostre assurde speculazioni” o “Viva l’Italia che resiste” citando il capolavoro di De Gregori.

Foto di Federico Ferretti

Le testimonianze provengono un po’ da ogni comparto agricolo. Ci sono giovani come Costanza, di 30 anni ed una piccola azienda aperta lo scorso novembre. In 2,5 ettari di terreno a Santa Maria Nuova coltiva ortaggi e li vende al dettaglio ma il problema spiega, sono i prezzi. “C’è richiesta ma il cliente spesso è in disaccordo. A volte si pensa che andare dal contadino costi meno ma noi non possiamo non far pagare la qualità del nostro lavoro, anche perché a noi costa tanto piantare e far crescere il prodotto. Poi bisogna sempre fare i conti con il clima che aggiunge incertezza”.

O Balducci Patrizia che nella sua Azienda agricola Gocce di Camarzano a Fabriano coltiva principalmente grano duro e grano tenero biologici. Quello dei cinghiali, il problema principale riscontrato a livello pratico sul campo che “negli ultimi anni ha causato danni ingenti che nessuno ripagherà“. Poi la rabbia verso le istituzioni, italiane in primis: “l’Italia manca di patriottismo, il governo non ci ha difesi. Perfino i sindacati ci hanno lasciato soli” . “Deve essere ridata dignità all’agricoltura – ha affermato – riprendere in mano le tradizioni agricole e agrituristiche del nostro territorio. Ripartire da quelle, educare le istituzioni alla consapevolezza che l’agricoltura è ciò che dà il cibo ed è quindi fondamentale per la nostra sopravvivenza”.

Ha fiducia nel movimento che si è sollevato? Ci spero tanto – ha risposto. Sono orgogliosa di essere qui e sono fiduciosa che qualcosa possa cambiare perché per la prima volta la protesta sta coinvolgendo tutta Italia”.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.