Sunday 19 May, 2024
HomeAttualitàJesi, i tre giorni del Festival “Federico II Stupor Mundi”

William Graziosi, ideatore e del Festival: “Federico II è una delle eccellenze del territorio per farsi conoscere nel mondo”

La Città Regia di Jesi ospiterà dal 9 all’11 maggio 2024 la seconda sessione del primo Festival “Federico II – Stupor Mundi“. Un appuntamento dedicato all’imperatore Federico II Hohenstaufen che segue l’evento svoltosi in Ancona lo scorso aprile che, ora, animerà Jesi con con tre giorni di lezioni e spettacoli sul tema “Condividere i saperi tra Oriente e Occidente“.

In queste ultime settimane ero in giro per l’Italia e una cosa mi ha sorpreso piacevolmente: è bastato mettere Federico II al centro di un grande evento per attirare l’attenzione generale – afferma William Graziosi, ideatore e direttore del Festival – Dopo Ancona ho incontrato tante persone che sapevano del Festival e sono entusiaste per l’appuntamento di Jesi, perché Federico II è un personaggio di livello mondiale, legato alla storia europea e italiana, celebrato come un grande innovatore, la cui storia va riscoperta e ricordata per aiutare le menti dei governanti a ragionare in maniera diversa per quanto riguarda i rapporti tra popoli, facendo tesoro di quello che è stato lui e di quello che ha fatto“.

“In un mondo globalizzato – conclude – serve mettere delle spille segnaposto per farsi riconoscere e Federico II ci dà ampiezza e altezza enorme da un punto di vista storico, culturale e turistico, rispetto ad un territorio limitato all’interno della regione Marche, molto apprezzata, ma non ancora tra le più conosciute in Italia e all’estero“.

Il programma del Festival e la giornata inaugurale

Il programma completo del Festival è consultabile a questo link. Per quanto riguarda la giornata inaugurale di giovedì 9 maggio, tutto avrà inizio in mattinata quando, dalle 10 alle 13 si terrà l’incontro dal titolo “Cosa può insegnare (e come insegnare) Federico II?”

I saluti istituzionali saranno a cura di Marcello Pacifico (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori). poi Antonio Brusa (Società italiana di Didattica della Storia) in “Le tante suggestioni didattiche di Federico II”; Claudia Gambini (Liceo Savoia-Benincasa di Ancona) per “Un caso da manuale: Federico II nella didattica liceale”; Lucia Basili (Museo Federico II di Jesi) “Un giorno al museo: percorsi didattici dello Stupor mundi” e Giuseppe Losapio (Società italiana di Didattica della Storia) con “Federico II e il mondo ludico”.

Si proseguirà nel pomeriggio con “Federico II, le arti e il sapere: eredità di un patrimonio da riscoprire”. L’inizio alle ore 16.00 con i saluti istituzionali e l’arrivo dei rappresentanti del Palio San Floriano.

Alle ore 17.00 si parlerà di “Federico II, San Francesco, al-Malik al-Kāmil: l’imperatore, il santo, il sultano” con Mario Prignano (Capo Redattore Centrale TG1) in dialogo con Fulvio Delle Donne (Università della Basilicata – Direttore Scientifico del Festival) e Antonio Musarra (Università La Sapienza di Roma);

Intervento musicale del Maestro Angelo Branduardi. L’artista arriverà a Jesi nella giornata dell’8 maggio e svolgerà le prove dello spettacolo e il sound check. Il Maestro parteciperà alla prima giornata del Festival per esibirsi nel pomeriggio.

“Condividere i saperi tra Oriente e Occidente” il tema spiegato da Fulvio Delle Donne

Si tratta di una sessione del Festival che permetterà di parlare di modelli di ricerca della pace e di condivisione dei saperi – afferma il professor Fulvio Delle Donne, direttore scientifico del festival. L’ambente in cui vive e opera Federico II è caratterizzato dalla chiara condivisione dei saperi tra la cultura occidentale e orientale. Alla sua corte si trovavano scienziati che provenivano da ogni parte del mondo conosciuto, dall’Europa settentrionale all’Oriente islamico”.

Testimonianza di questo interscambio è la richiesta di Federico II stesso di notizie e informazioni sulla filosofia aristotelica che era nota soprattutto nell’ambiente islamico, attraverso i famosi “quesiti siciliani”.

Lo stesso trattato di Federico II, il De arte venandi cum avibus, rappresenta la convergenza di questi saperi, mettendo insieme la tradizione della falconeria occidentale e orientale, come il Moamin, tradotto per l’imperatore – prosegue il professor Della Donne. Senza dimenticare l’impatto della scienza araba, come la geometria e la matematica, che arrivando dall’Africa settentrionale attraverso l’opera di Leonardo Fibonacci, introducono l’uso dello zero, lo zefir, da cui la nostra cifra”.

Il mondo di Federico II, quindi, diventa esempio da seguire, anche nei tempi attuali, sia in campo culturale e scientifico, sia del dialogo tra le genti e i popoli. “Proprio l’apertura verso i saperi e le tradizioni che vengono da altre parti del mondo può essere un modello culturale di riferimento per tutti, un modello che conferma l’importanza di preservare il lascito di Federico II con il riconoscimento di bene culturale immateriale”, conclude il professor Delle Donne.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.