Partito ufficialmente l’evento, che si protrarrà per cinquanta giorni, fino al 19 maggio, ed è già tempo per un appuntamento di grande rilevanza.
Nicolò Govoni, scrittore, giornalista e attivista per i diritti umani, da anni impegnato a favore dell’educazione e della protezione dei bambini fragili in ogni parte del mondo, sarà il primo ospite della Fondazione Gabriele Cardinaletti.
Non certo un ospite qualsiasi: Nicolò Govoni ha raccontato, di essere stato considerato un fallimento, a detta di tanti, un “signor nessuno”, un futuro “inscatolatore di merendine.”
«Poi sono andato in India – ha raccontato – e sono rinato; avevo 20 anni e il volontariato non sapevo neanche cosa fosse. Ma l’ho fatto, e la mia vita è cambiata per sempre. Dovevo fermarmi due mesi. Mi sono fermato quattro anni. Perché? Semplice: dopo due decenni a sentirmi inutile, avevo trovato una ragione di vita. Due, a dire la verità: Joshua, il mio mentore, secondo padre e fondatore dell’orfanotrofio Dayavu Home, e i suoi piccoli inquilini. Per loro ho stravolto la mia vita.»
In seguito ha fondato “Still I rise”, l’associazione che dirige e che dà lavoro a circa 100 persone nel mondo.
Non è stato un percorso facile, costretto a rifiutare compromessi e ingerenze basando la sua vita, e quella dei tanti bambini e giovani che frequentano le sue missioni, sul valore dell’altruismo e della resilienza, per un mondo migliore. Tra i suoi progetti, l’apertura di una nuova scuola internazionale in India, la settima nel mondo.
Nel 2020 Nicolò Govoni è stato nominato per il Premio Nobel per la Pace, “per il suo impegno a favore dell’educazione e della protezione dei bambini vulnerabili”.
L’appuntamento è quindi per mercoledì 3 aprile, a partire dalle 16.30, nel Palazzo dei Convegni di Jesi, in Corso Matteotti; sarà in collegamento da Nairobi per raccontare le sue esperienze in ogni parte del mondo, forte del suo motto “cambiamo il mondo, un bambino alla volta”.
Parlerà con il giornalista Giovanni Filosa e racconterà anche del suo ultimo libro “Altrove”.