“Da 16 anni vivo dentro le mura di Jesi e questo è anche il luogo dove porto i miei studenti al loro primo anno. Ogni volta che passavo, la pietra mi interrogava: vuoi fare qualcosa con me?” In questa frase il maestro Massimo Ippoliti ha riassunto la genesi della sua nuova opera, inaugurata domenica 3 dicembre in Via Pergolesi, nel cuore storico della città di Jesi.
Un luogo ricco di storia e tradizioni che sono parte dell’identità jesina, come quella perpetrata dagli orafi jesini, conosciuti nel mondo per la particolare raffinatezza e bravura. L’opera nasce così per omaggiare tutto questo, proprio in quella che anticamente veniva chiamata via delle Botteghe degli Orefici e tutt’ora chiamata dagli Jesini via degli Orefici per i numerosi negozi di oreficeria che la popolano.
Ma non solo, perché la pietra che interrogava l’artista chiedendogli di arricchirla con la propria bravura e cristallizzarla nel tempo, si trova nel punto più alto del centro storico. Una targhetta circolare vicina, brillante alla luce del sole, indica le coordinate 97,38 mentre allo stesso modo degli ” orafi che montano su un anello la pietra“, spiega Ippoliti, una corona impreziosisce quel piccolo tassello della via.
Sulla corona, così come sulla targa è riportato il titolo dell’opera: ” Summitas aestis civitatis hic est” “Abbiamo regalato alla città qualcosa di immutabile – ha concluso l’artista prima di scoprire la corona e la targa a essa dedicata. “qualcosa di concreto, proprio come fanno gli orafi e gli scultori, che possa portare lustro a questo posto“.
Presente all’inaugurazione l’assessora Manuela Marguccio che ha portato i saluti del sindaco Fiordelmondo, non presente perché invitato a Roma in occasione dei 100 anni del quartiere San Saba, progettato dall’architetto Quadrio Ferruccio Pirani, nato a Jesi nel 1878.