Monday 29 April, 2024
HomeAttualitàIn tanti a La Fornace nella serata dedicata alla fibromialgia

Tante le persone che, mercoledì sera, hanno colto l’occasione per conoscere la fibromialgia insieme al Prof. Salaffi e alla Dott.ssa S.Farah

Si è parlato di fibromialgia mercoledì sera alla Biblioteca La Fornace. L’incontro, promosso dall’Università degli adulti Media Vallesina e da A.Ma.R Marche ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico, presente per ascoltare le parole dei due relatori: il Prof. Fausto Salaffi, direttore della Clinica Reumatologica Univpm e Responsabile Registro nazionale fibromialgia e la Dott.ssa Sonia Farah, coordinatrice del Registro Nazionale fibromialgia.

Siamo felici di ospitare un intervento su una malattia cronica che colpisce oltre 2,5 milioni di persone in Italia. Questo la rende un tema all’attenzione dei cittadini ma anche del mondo delle istituzioni governative che stanno lavorando per far sì che venga riconosciuta come malattia invalidante” – ha affermato in apertura il vicesindaco di Maiolati Spontini Sebastiano Mazzarini.

Poi, la parola al Prof. Salaffi, in un corposo intervento guidato dalla volontà – come scritto nella presentazione dell’incontro – di “fare chiarezza” sulla fibromialgia.

Dolore e fibro-fog

Una malattia tipicamente di genere che interessa soprattutto le donne in età adulta, anche se possono soffrirne anche gli uomini, molto diffusa: della popolazione adulta interessata da una qualche malattia reumatica ( le malattie di questo genere sono 250) il 26% soffre di fibromialgia” – ha affermato in apertura.

A caratterizzare la fibromialgia vi è fondamentalmente il dolore: “un dolore diffuso e che dura nel tempo, accompagnato da altri sintomi, come un senso di stanchezza infinito e disturbi del sonno“. A questi si legano anche altri disturbi all’apparato intestinale e genitale, molto spesso le donne iniziano a soffrire di vulvodinia, problemi di rigidità muscolare, emicrania. Insieme a quella che viene chiamata in gergo “fibro-fog“, la nebbia della fibromialgia, responsabile di un senso di annebbiamento mentale e difficoltà a ricordare cose.

Importante, come ricordato dal Prof. Salaffi, ricordare che il dolore tipico della fibromialgia non è un dolore di tipo “nocicettivo”, ovvero quello che segue ad un trauma specifico e rimane localizzato. Il dolore che caratterizza la fibromialgia è un dolore diverso. In gergo è delineato da due tipi di dolore, quello “neuropatico” e quello “nocipatico“. Nel primo caso si tratta di un tipo di dolore eccessivamente forte rispetto allo stimolo esterno ricevuto, provocato ad esempio dal semplice tocco della pelle; nel secondo caso si tratta del dolore provocato da un piccolo trauma che però viene percepito in modo eccessivo a causa dell’infiammazione di alcune regioni celebrali che alterano i freni inibitori del dolore.

Come curare la fibromialgia?

“Si cura o no? La cura c’è” – ha concluso il Professore. La chiave risiede in un “approccio multimodale che metta insieme le opportunità farmacologiche e non che sono attualmente a disposizione. La sola terapia con i farmaci infatti non è sufficiente e occorre unire ad essa tutto il resto“.

Ovvero tutta quella serie di attività che vanno a portare beneficio alla vita dei pazienti. “In primis, si parte dall’educazione: il medico deve spiegare bene al paziente cos’è la fibromialgia e cosa deve fare o evitare di fare“. Poi l’attività fisica: “un’attività specifica, di tipo aerobico studiata appositamente per la persona, insieme ad attività cognitivo comportamentali che vanno ad incidere sui sintomi come stress e ansia. Tra queste, ad esempio, la meditazione e lo yoga“.

Il Registro Italiano Fibromialgia

La patologia, è ad oggi sotto la lente delle istituzioni. Come ricordato nel corso della serata, sono stati almeno 6 i disegni di legge dedicati ad essa attualmente depositati. L’ultimo, lo scorso 29 febbraio per far si che venga riconosciuta come “malattia invalidante“.

Dalla collaborazione tra il mondo istituzionale e scientifico, nasce il Registro Italiano Fibromialgia, uno dei primi registri relativo alle malattie da dolore cronico in Europa. Come spiegato dalla Dott.ssa Sonia Farah, coordinatrice del registro, si tratta di uno studio condiviso con 19 centri in Italia costruito sull’osservazione di 2.500 pazienti.

Lo studio permette di definire lo stato di generalità della malattia stimolando così, di conseguenza, una ricerca di precisione. Grazie al registro dunque, è possibile definire l’incidenza della malattia, misurarne il grado di severità, definire l’intervallo di tempo tra l’esordio dei sintoni e la diagnosi – in uno studio nelle Marche, è emerso ad esempio come il tempo passato tra l’insorgere dei sintomi e la diagnosi di fibromialgia si aggiri intorno a i 4 anni. Al sud ne servono anche 7 o 8 – ed infine, monitorare ed creare il miglior percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA) possibile per il paziente.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio.