Thursday 21 November, 2024
HomeAttualitàIn centinaia all’incontro del Comitato sugli allevamenti intensivi. Regione e Arpam i grandi assenti

Allevamenti intensivi nella Vallesina: opportunità o rischio?” Questo il titolo dell’incontro al circolo cittadino, organizzato dal Comitato per la Vallesina che, ieri pomeriggio, ha riportato l’attenzione sul tema allevamenti intensivi in città.

Più di due ore di approfondimento e dibattito che hanno richiamato nella Sala del lampadario centinaia di cittadini. Ma non solo. Vi erano partecipanti da fuori regione, in particolare dall’Emilia Romagna, da Viterbo e Cuneo. Ed il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo che, richiamando “il principio di legalità e la volontà di trovare, da primo cittadino, una condizione di equilibrio nella complessità” è l’unico rappresentante delle istituzioni a partecipare. Tra i grandi assenti infatti, la Regione Marche, con il Presidente Acquaroli ed Arpa Marche che “non hanno neanche risposto all’invito” ed il leghista Mirco Carloniche non ha potuto partecipare perché già occupato“, ha precisato il Presidente del Comitato per la Vallesina Andrea Tesei in apertura.

Nessun rappresentante neanche dall’azienda Fileni che, con i suoi stabilimenti nella regione è stata, naturalmente, uno dei soggetti citati nel corso del dibattito.

Cronache da un dibattito su salute, biologico, controlli e trasparenza

Il dibattito, moderato dalla giornalista del Fatto Quotidiano Luisana Gaita, ha visto la presenza della giornalista e scrittrice Giulia Innocenzi, della Parlamentare e portavoce dei Verdi Eleonora Evi, della Parlamentare pentastellata Carmen Di Lauro e del Portavoce del Movimento 5 stelle Jesi Mauro Coltorti.

Sul tavolo, la produzione di polli nella Regione. “150 ogni anno, per ogni abitante, solo nel comune di Jesi, rispetto ad una media nazionale di 6“, come ricordato da Tesei. Accanto a salute ed inquinamento, il grande problema dei controlli, delle grandi aziende che minano il terreno delle piccole e della Pubblica amministrazione che affronterebbe alcune situazioni “sposando la causa del più forte“.

Il discorso prende le mosse da quanto accaduto dopo il servizio andato in onda su Report lo scorso gennaio. Si parla della prima campagna odorigena dell’Arpamalla quale non ne sono seguite altre” afferma la Innocenzi, e del tavolo di confronto cercato, dati in mano, dal primo cittadino con l’Azienda e il comitato. “La presenza delle produzioni odorigene è oggettiva – risponde il sindaco Fiordelmondo. Mi sono rivolto alle autorità sanitarie competenti per capire se ci fosse un problema di salute pubblica ma siamo al di fuori del danno ambientale. Qualora non fossero stati rispettati i valori, la regione avrebbe dovuto procedere alla sospensione delle attività, per quanto riguarda la procedura amministrativa. Il sindaco non ha alcun mezzo per andare a controllare i lavori e, se l’avessimo dovuto fare, ci saremmo dovuti rivolgere ad un soggetto privato. Io penso che qui ci sia la possibilità di un’interazione per alzare la soglia del benessere cittadino e ogni giorno manteniamo contatti con azienda e comitato. La nostra volontà è fare in modo che le emissioni diminuiscano e al tempo stesso di garantire che sul territorio continui ad esserci l’occupazione“.

Citato poi dal presidente del Comitato, quanto accaduto lo scorso febbraio con la variante al piano regolatore che ha modificato la fascia fluviale del Fiume Esino per la produzione dello stabilimento Fileni di Ponte Pio. Dopo l’approvazione della Variante, 7 cittadini avevano fatto ricorso al Tar con la prima udienza cautelare prevista per il prossimo lunedì, 4 settembre. Una vicenda che Tesei definisce ” insanabile dal punto di vista del’abusizionismo edilizio“, sostenuto dall’Amministrazione che “probabilmente spinta da un paio di diffide che paventavano risarcimenti milionari ha approvato il progetto dell’azienda“.

Infine, l’attenzione al biologico.

Ci immaginiamo il biologico come un piccolo allevamento di polli rustici” commenta la Innocenzi. “In verità quel tipo di biologico è una minima fetta, perché noi stiamo parlando del biologico industriale“. Ed esso si lega strettamente al problema dei controlli, continua: “Chi controlla il biologico? Un’azienda pagata dall’azienda stessa, non l’ente pubblico. Il controllore lo paga il controllato, come spesso accade in Italia. Ed inoltre, la legge è ambigua“. Ne è un esempio la legge sull’etichettatura trasparente che ” non verrà mai adottata perché il consumatore che legge che la carne proviene da un allevamento intensivo poi scappa, ed il 90 per cento di carne e latte che troviamo al supermercato viene proprio da quel tipo di produzione“.

Incontro "Allevamenti intensivi" Comitato per la Vallesina

Dai social, i commenti post evento

All’indomani dell’incontro infine, i commenti dei relatori sono ricchi di complimenti ai cittadini presenti. “Una partecipazione straordinaria: sala strapiena e gente in piedi. (…) si legge in un post condiviso sui suoi profili social dalla Innocenzi. “L’evento è stato organizzato da un comitato di cittadini. Non dalla regione, dalla provincia e dal comune, e fra gli enti pubblici ha partecipato solo il sindaco di Jesi. In questi anni ho capito che molti problemi sarebbero risolti a monte se queste assemblee venissero organizzate prima dell’approvazione di un nuovo allevamento, non dopo. Devo ancora trovare qualcuno che mi spieghi qual è il vantaggio per un territorio come le Marche, votato al turismo e all’enogastronomia, di avere una miriade di allevamenti intensivi e biologici diventati l’incubo di chi vive nei pressi“.

Sala pienissima a Jesi per parlare di allevamenti intensivi” scrive anche Eleonora Evi che conclude il commento ringraziando il Comitato per il lavoro che continua a svolgere.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio. L'idea di fondare Capocronaca, insieme a Cristina, nasce all'inizio del 2023. Nelle sue fondamenta, la volontà di dare ai lettori una voce nuova da ascoltare e scoprire insieme a loro, cosa accade ogni giorno.