Con Sara Simonetti alla scoperta del lavandeto marchigiano che richiama a Corinaldo gli amanti del fiore viola
Vi è un luogo unico nelle Marche, dove l’estate possiede un’ unica cromia. Si trova a Corinaldo, piccolo borgo che da metà giugno si colora di lilla grazie al colore della lavanda. Non propriamente lilla in realtà, piuttosto “color lavanda”, un colore, secondo la tradizione, “estremamente femminile” con il potere unico di affascinare e favorire l’immaginazione.
In vista della bella stagione e della prossima fioritura, sono state annunciate dall’Azienda Agricola Verde Naturale, curatrice del lavandeto, le date di apertura del luogo che, quest’anno, si prepara ad accogliere visitatori – ad ingresso gratuito – dal 9 giugno al 14 luglio.
Per l’occasione abbiamo intervistato la vivaista Sara Simonetti, alla scoperta delle origini e delle curiosità del suo lavandeto.
Perché proprio la lavanda? E cosa la distingue dagli altri fiori?
“Sono tante le cose che distinguono la lavanda dagli altri fiori – afferma. Ad iniziare dal profumo unico, che le altre fioriture non hanno. Un profumo che evoca tante cose, come la sensazione di calore familiare. Basti pensare che in passato anche le famiglie più povere avevano almeno una pianta di lavanda da utilizzare per profumare gli ambienti. È una pianta purificatrice che trasmette una sensazione di pulito”. Poi naturalmente l’aspetto visivo “che è meraviglioso. Neanche io me ne sono subito resa conto. Ho visto la sua bellezza attraverso gli occhi degli altri. Guardavo le foto e mi sembravano incredibili“.
Come nasce l’idea del lavandeto?
“Diciamo che l’idea non è nata, o piuttosto è nata per caso – racconta. Io sono una produttrice di piante officinali e un cliente del posto mi aveva commissionato questo impianto. Per dei problemi ha dovuto smettere di coltivarla così ho deciso di acquisirlo io. Credevo che l’avrei usato per ricavarne oli essenziali o prodotti naturali. Non avrei mai pensato di fare quello che sto facendo ora. La cosa è arrivata da sola: durante gli anni della pandemia le persone evitavano locali al chiuso cercando spazi aperti e qualcuno ha iniziato a venire qui e postare foto. Sono iniziate ad arrivare sempre più persone ed ho iniziato ad organizzare qualche attività”.
Persone che, l’anno scorso, secondo quanto stimato da Sara sono state dalle 8 alle 10 mila, per una media di 200 visitatori al giorno, con picchi di circa 500 nei fine settimana.
Ma come si coltiva un lavandeto?
La pianta di lavanda è di fatto semplice quanto poco esigente. “Facile da coltivare se messa nel terreno giusto – spiega Simonetti. L’importante è che non ci siano ristagni d’acqua e che ci sia il sole perché è una pianta che rifugge l’ombra. L’unica attenzione riguarda la rimozione delle piante infestanti, per il resto non ha bisogno di potature o concimazioni“.
Infine, quali saranno le novità della prossima fioritura?
La prima novità riguarda l’ampliamento del lavandeto che, da una superficie di 3 ettari, passa ai 4 ettari e mezzo di terreno coperto da fiori viola. Come spiegato da Sara però, “la maggiore grandezza si inizierà a notare dal prossimo anno perché le piante durante questa fioritura saranno ancora piccole“.
Riguardo alle attività – conclude – è ancora “tutto work in progress“. Intanto è stato aperto un form per raccogliere le eventuali proposte dai cittadini. Nuove attività che si andranno ad aggiungere a quelle dello scorso anno come lo yoga, i concerti o il corso di fotografia. “Riproporremo il corso di pittura che l’anno scorso non aveva avuto seguito a causa delle poche iscrizioni“. Tutte iniziative comunque che “possano portare beneficio psicologico e naturale“.