La dieta mediterranea e l’attività fisica chiavi per la salute epatica: incontro organizzato dall’azienda ospedaliera universitaria marchigiana
“Mettere al centro la dieta mediterranea, senza dimenticare l’attività fisica”. Questo è il monito del Prof. Gianluca Svegliati Baroni, Responsabile dell’Unità Operativa del Danno Epatico e dei Trapianti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, in occasione della Giornata Mondiale del Fegato, che si celebra il 19 aprile. Un appuntamento cruciale promosso dalla comunità scientifica e dalle associazioni dedicate alle malattie epatiche per sottolineare l’importanza di uno stile di vita sano nella tutela di questo organo vitale, responsabile della regolazione del nostro metabolismo.
Le patologie del fegato rappresentano una problematica globale di notevoli dimensioni, interessando 1,5 miliardi di persone e configurandosi come la terza causa di morte a livello mondiale. Un dato ancora più allarmante, evidenziato dal Prof. Svegliati Baroni, è che “il 90% dei casi potrebbe essere curato e risolto mantenendo uno stile di vita adeguato”. La soluzione? Apportare modifiche concrete alle nostre abitudini, a partire da una modesta riduzione del 10% del peso corporeo, privilegiando la dieta mediterranea e integrando un’attività fisica costante, sia aerobica che anaerobica. I benefici sul metabolismo non tarderebbero a manifestarsi.
Il focus sulla prevenzione e la consapevolezza si sposta dal panorama globale al territorio anconetano, grazie a uno studio condotto da Medici di Medicina Generale locali su un vasto campione di oltre 16mila pazienti tra i 18 e i 79 anni. I risultati sono eloquenti: il 45% dei partecipanti è in sovrappeso e il 17% obeso, mentre un individuo su cinque presenta un sospetto di malattia epatica. Il dottor Emanuele Fiorini, Medico di Medicina Generale di Ancona e referente dello studio, spiega come, su suggerimento del Prof. Svegliati Baroni, sia stato creato un database per analizzare la cronicità delle patologie correlate al fegato. L’analisi dei dati ha rivelato che, oltre ai preoccupanti numeri di sovrappeso e obesità, il 7,4% dei pazienti era diabetico e addirittura il 24% soffriva di ipertensione. Un quadro allarmante che, secondo il dottor Fiorini, è destinato a peggiorare con le abitudini alimentari delle nuove generazioni.
Oltre alle statistiche, un ruolo fondamentale nella lotta contro le malattie epatiche è rivestito dalla conoscenza. Una delle patologie più diffuse, spesso silente, è la steatosi epatica, o “fegato grasso”, che colpisce oltre il 30% della popolazione. Il Prof. Svegliati Baroni sottolinea come un semplice esame del sangue possa rivelare alterazioni metaboliche e un aumentato rischio di complicanze cardiovascolari o neoplasie. La steatosi, inoltre, precede la sindrome metabolica, caratterizzata da obesità, ipertensione e colesterolo alto, veri e propri campanelli d’allarme. La coesistenza di steatosi epatica e diabete, come evidenziato da un recente studio, incrementa significativamente il rischio di eventi cardiovascolari e gravi malattie del fegato. Da qui l’importanza di una gestione integrata del paziente da parte di medici di base e specialisti, e la necessità di interventi drastici sullo stile di vita e di una prevenzione medica mirata. Se fino a pochi anni fa le epatiti virali rappresentavano la principale causa di cirrosi, oggi sono l’alcol e le forme metaboliche a destare maggiore preoccupazione, spingendo il Prof. Svegliati Baroni a raccomandare una maggiore attenzione alla cura di sé e del proprio fegato, vero e proprio “regolatore del nostro metabolismo”.
Già Ippocrate, padre della medicina, aveva intuito l’importanza dell’alimentazione per la salute, con la celebre massima “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Un concetto ripreso da Feuerbach con “Siamo ciò che mangiamo”. In questa prospettiva, l’alimentazione assume un ruolo decisivo, e la dieta mediterranea si conferma come modello ideale per uno stile di vita sano. La Giornata Mondiale del Fegato pone l’accento proprio sul rispetto di questo regime alimentare, caratterizzato da un elevato consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, olio extravergine d’oliva e una moderata assunzione di latticini, soia, carni rosse, pesce, uova e pasta. Un approccio equilibrato e sostenibile per prenderci cura del nostro fegato e, di conseguenza, della nostra salute generale.