Thursday 19 September, 2024
HomeAttualitàGazzè con il suo “Amor fabulas” ricorda a Jesi cosa “una musica può fare”

La suggestiva Piazza Federico II di Jesi ha ospitato, lo scorso venerdì, il concerto di Max Gazzè. Il cantautore romano ha inaugurato il weekend del Festival Pergolesi Spontini portando in scena il suo “Amor fabular – interludio“, il nuovo tour che, dallo scorso 18 luglio, è in viaggio nei principali Festival estivi d’Italia.

Amor fabulas – interludio” arriva dopo il “preludio”, andato in scena nei teatri i mesi passati e presenta al pubblico i successi più noti insieme a brani suonati per la prima volta dal vivo. Proprio come accaduto venerdì. Ad accompagnarlo sul palco sono stati Marco Molino al vibrafono, i fiati e la chitarra di Max Dedo e di Daniele Fiaschi, la fisarmonica di Manuel Petti, l’autoharp di Greta Zuccoli e la pianista Sunhee You, mentre a fare da sfondo l’inedita scenografia dal titolo The Sound Energy di Francesco Filosa.

In platea, spettatori di tutte le età tra cui numerose coppie di genitori – figli per i quali, la musica di Gazzè è collante e occasione di incontro.

Palcoscenico suggestivo e inedita scaletta

Mi chiedo se il modo più bello per amare, Sia quello che già era previsto dalla legge universale” questi i versi che hanno aperto il concerto, tratti da “Che c’è di male“, il brano che ha dato il via ad una “scaletta particolare e adatta per il suggestivo teatro all’aperto che ha ospitato il concerto“, come affermato da Max in apertura.

Nella prima parte, l’intimità di brani che hanno ricordato l’amore nelle sue diverse accezione. Quello di un padre e un figlio con “Sarà papà“, il potere della musica con “poeta minore“, una versione barocca di “Edera“, il brano “Se soltanto” e “Atto di forza“, canzone vincitrice del Premio Amnesty International per l’unicità con la quale racconta di violenza sulle donne.

Poi, la leggerezza di “Vento d’estate“, “Comunque vada“, il brano in francese “Je croix entandre ancore“, “Il debole tra i due” e “Attraverso“.

A questo punto, i classici del repertorio con il “Solito sesso” a movimentare la platea, per continuare con la “Leggenda di Crisalda e Pizzomunno” ed il corale “non è vero Che poi mi dilungo spesso su un solo argomento” dalle celebre “Cara Valentina”.

Il finale, “mentre dormi, sotto casa”

Infine, la parte conclusiva della serata con “Mentre dormi“, la “Favola di Adamo ed Eva” e “Verso un altro immenso cielo” prima del caloroso saluto al pubblico con “La vita com’è“, “Una musica può fare” e “Sotto casa“.

Se il penultimo brano ricorda cosa “una musica può fare“, in primis unire generazioni e persone al di là delle distanze anagrafiche o geografiche, il cantautore decide di chiudere il concerto con l’energia di “Sotto casa“. Un brano cantato da tutti che, unisce al ritmo condiviso del ritornello, l’importante tematica dell’incontro con il diverso.

Perché l’altra fondamentale cosa che la musica può fare è stimolare riflessione. Dall’incontro con alcuni testimoni di Geova a fare da ispirazione, “sotto casa” nel finale saluta così il pubblico parlando del confronto con l’altro, con diverse religioni o orientamenti sessuali, idee politiche opposte; scelte di vita talvolta criticate e differenze troppo spesso fonte di conflitti come l’attualità testimonia.

Protagonisti del weekend anche Silvestri e Rubino

Il weekend del Festival Pergolesi Spontini è continuato con le esibizioni di Daniele Silvestri sabato 27 luglio e Sergio Rubini domenica 28. Silvestri ha portato in scena il suo concerto dal titolo “Il cantastorie recidivo“, per celebrare i suoi 30 anni di carriera, mentre Sergio Rubini ha condiviso col pubblico uno spettacolo tratto da “Le città invisibili” di Italo Calvino.

Ad aprire la settimana sarà invece, lunedì 29 luglio alle ore 21, il docu-concertoNature!“, evento musicale sulla fragilità della natura, intorno al filo conduttore del 24^ Pergolesi Spontini Festival 2024,”Ci vuole un albero“.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio. L'idea di fondare Capocronaca, insieme a Cristina, nasce all'inizio del 2023. Nelle sue fondamenta, la volontà di dare ai lettori una voce nuova da ascoltare e scoprire insieme a loro, cosa accade ogni giorno.