Il Cammino di San Romualdo a Cupramontana: un viaggio tra spiritualità, natura e identità marchigiana
Un passo dopo l’altro, “pedetemptim”, come insegnavano gli antichi romani. È questo lo spirito che anima il Cammino di San Romualdo, un itinerario che attraversa l’anima delle Marche e che a Cupramontana trova una delle sue tappe più significative: luogo di storia, arte, spiritualità e autenticità.
Camminare non è solo spostarsi nello spazio: è mettersi per via, aprirsi alla scoperta e alla riflessione. È un atto di connessione profonda con sé stessi e con l’ambiente, capace di unire benessere fisico, equilibrio interiore e consapevolezza del paesaggio. Come ricordano gli studiosi del cammino, il movimento lento favorisce la produzione di endorfine, riduce lo stress e libera la mente, trasformando ogni passo in un’occasione di crescita personale.
In questo contesto, spiega Daniele Morelli Presidente di Viae Sancti Romualdi, Cupramontana si distingue come una tappa di straordinaria ricchezza. Il suo territorio, incastonato tra colline e vigneti, racconta un intreccio di saperi e tradizioni che rispecchia l’identità più autentica delle Marche. Qui il camminatore può incontrare eccellenze culturali ed enogastronomiche — dal Museo dell’Etichetta all’Enoteca comunale, fino alle cantine del Verdicchio, al teatro e alle tante iniziative nate dalla vitalità della comunità locale.
La Viae Sancti Romualdi, con i suoi 500 chilometri e 30 tappe, è un percorso che unisce i siti UNESCO di Ravenna con Camaldoli e le abbazie marchigiane, tra cui spiccano l’Eremo dei Frati Bianchi e l’Abbazia del Beato Angelo. È un itinerario che promuove incontri e scoperte, unendo luoghi di fede e spiritualità a borghi che offrono accoglienza, cultura e gastronomia d’eccellenza.
In questo intreccio di storia e natura, Cupramontana rappresenta un punto di incontro ideale: un laboratorio di turismo lento e intelligente, capace di rigenerare il territorio e contrastare lo spopolamento delle aree interne. Un borgo che, con la sua capacità di accogliere e innovare, si propone come modello di resilienza e rinascita per l’intero Appennino umbro-marchigiano.



