Monday 13 May, 2024
HomeAttualitàAncona, maxi-frode fiscale per 150 milioni di euro

Grande operazione investigativa della Guardia di Finanza di Ancona, sequestri per 33 milioni di euro, 18 indagati e un arresto. Intercettata una rete di imprese fantasma, sul territorio nazionale, che emettevano fattura false

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ancona, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo marchigiano, hanno condotta un’operazione avente come oggetto una fitta rete di imprese, gestite da un’organizzazione criminale che avrebbe emesso fatture false, da gennaio 2022 a febbraio 2023, per un totale di 150 milioni di euro.

Soldi utilizzati da oltre 600 imprese localizzate sul territorio nazionale, che hanno determinato un’evasione pari a 33 milioni di euro di Iva, oltre ad un potenziale risparmio illecito sulle Imposte Dirette superiore ai 28 milioni di euro e il conseguente riciclaggio dei proventi illeciti conseguiti.

Nel corso delle indagini, il grande lavoro svolto dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Senigallia ha portato alla denuncia di 18 persone per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, infedele ed omessa dichiarazione, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte ed autoriciclaggio. Tra questi 3 sono italiani, i restanti cittadini, invece, sono di origine cinese.

Principale responsabile, infatti, risulta essere una donna cinese la quale è stata immediatamente sottoposta agli arresti domiciliari e custodia cautelare, come emesso dal GIP presso il Tribunale di Ancona.

L’operazione Fast & Clean

Fast & Clean” è il nome dell’attività investigativa delle forze dell’ordine, chiamata così per la sua velocità nell’esecuzione con cui le Fiamme Gialle hanno portato a termine le operazioni, garantendo la ripulitura di denaro. Le modalità adottate permettevano agli imprenditori, italiani e cinesi, di disporre immediatamente del profitto generato dalla frode fiscale. Tra le imprese colpevoli, molte operano nel settore edile.

Le forze dell’ordine hanno intercettato e bloccato le somme in transito sui conti bancari prima che venissero trasferite all’estero. 10 sono stati i provvedimenti di perquisizione eseguiti, che hanno consentito il sequestro di ingenti somme in contante, preziosi orologi ed altri beni di lusso.

Ulteriore passo è stata l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo, fatto dalla Guardia di Finanza di Ancona, su richiesta della Procura della Repubblica, per equivalente dell’importo di 33 milioni di euro che ha riguardato conti correnti, autovetture di lusso, uno stabilimento di produzione tessile del valore di 150mila euro, denaro contante per circa 30mila euro, oltre ad ulteriore altri beni di pregio e 9 immobili dal valore complessivo di oltre 1 milione di euro. 15 le imprese sottoposte a sequestro.

Come nasce l’operazione investigativa

L’attività investigativa nasce a seguito di un controllo fiscale ed antiriciclaggio eseguito dalle Fiamme Gialle di Senigallia ad un imprenditore cinese del distretto industriale tessile di Corinaldo. Dall’esperienza delle forze dell’ordine, si tratta di una solita attività, come ricavato dai dati bancari dello stesso imprenditore, “apri e chiudi”.

L’attività di indagine ha accertato che l’azienda corinaldese, simulando costi fittizi, aveva utilizzato numerose fatture per operazioni inesistenti, emesse da imprese riconducibili a soggetti di origine cinese. Ulteriori approfondimenti hanno rilevato che l’emissione delle false fatture all’impresa corinaldese non fossero un caso isolato, ma un’articolata ramificazione di un sistema strutturato di illeciti.

Il sistema garantiva molteplici beneficiari – imprenditori italiani e cinesi – di evadere le imposte, riciclare denaro mediante trasferimenti all’estero e ottenere occultamente profitto dall’attività illecita realizzata.

Un sistema strutturato di illeciti

Partendo da Corinaldo e seguendo i flussi finanziari si è arrivati al Nord Italia: si è infatti ricostruita la rete di imprese fantasma che emetteva fatture false. Sono state identificate 15 società prive di sede e struttura fisica, intestate a prestanomi, con sedi fantasiose e localizzate in apparenza vicino a grandi centri commerciali in Lombardia o Toscana.

La finta società emetteva fattura falsa e indicava al destinatario gli estremi del conto corrente italiano su cui eseguire il bonifico per il pagamento. Giunto l’accredito, il gestore della società cartiera disponeva un bonifico estero di pari importo su di un conto corrente di una banca cinese, giustificando l’operazione a titolo di pagamento di corrispettivo per operazioni di importazione di prodotti, in realtà mai avvenute.

L’importo complessive delle somme trasferite all’estero da queste società risulta essere pari a 150 milioni di euro (circa). Gran parte dell’importo bonificato dall’utilizzatore della fattura falsa, trasferito in Cina, veniva restituito allo stesso imprenditore in denaro contante tramite “corrieri”.

L’evasione fiscale è un pericolo

Grande attenzione quella dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza, un’operazione che intende rappresentare come l’evasione fiscale sia un gravissimo ostacolo allo sviluppo economico: distorcere concorrenza e allocazione delle risorse va a minare il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini, penalizzando equità ed intervento per le fasce sociali più deboli.

Autore

Andrea Bocchini

Classe ’98. Laureato in Comunicazione giornalistica, pubblica e d’impresa a Bologna. La mia più grande passione, il giornalismo. Scrivere, leggere e viaggiare i miei più grandi interessi. Il mio amore musicale, Fabrizio de Andre, il mio motto: “Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria”.