Dopo la mozione sul riconoscimento dello Stato di Palestina, il Comune sceglie di sospendere gli acquisti da Teva, garantiti equivalenti terapeutici senza costi aggiuntivi.
L’Amministrazione comunale di Corinaldo, come annunciato anche da Jesi la scorsa settimana, ha deciso di interrompere la fornitura di farmaci prodotti dalla multinazionale israeliana Teva Pharmaceutical Industries nella farmacia comunale. La decisione arriva in attuazione della mozione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale lo scorso 31 luglio 2025, che riconosce lo Stato di Palestina e invita a valutare i rapporti economici con aziende legate a Israele.
Nel 2024 gli ordini di farmaci Teva avevano raggiunto 9.155 euro, mentre nei primi mesi del 2025 superavano già i 10.200 euro. Dopo l’approvazione della mozione, gli approvvigionamenti sono stati interrotti: la farmacia comunale vende ora solo le giacenze di magazzino già acquistate e pagate.
Cure garantite senza costi aggiuntivi
L’Amministrazione ha precisato che la scelta non comporterà alcun disservizio né oneri aggiuntivi per i cittadini. Tutti i medicinali interessati sono infatti disponibili anche da altre case farmaceutiche, con equivalenti terapeutici di pari efficacia e al medesimo prezzo. La continuità delle cure e la sicurezza degli utenti, quindi, restano pienamente garantite.
«Non si tratta solo di un atto simbolico – sottolineano dal Comune – ma di una decisione coerente con i principi di giustizia e solidarietà. Ogni farmaco non acquistato da Teva è un piccolo contributo alla costruzione della pace».
Corinaldo, con questa iniziativa, vuole lanciare un messaggio chiaro e spera di stimolare altre comunità italiane a intraprendere scelte analoghe. In Italia, infatti, sono circa 1.700 le farmacie comunali su quasi 19.800 esercizi totali: se anche altre realtà decidessero di seguire questa strada, si creerebbe – spiegano dall’Amministrazione – «un’onda di solidarietà capace di farsi sentire a livello nazionale».