All’Hotel Federico II, il forum “perché all’economia serve la pace” con Alberto Orioli e Teresa Spada, ospiti dei Rotary del territorio
A Jesi, nella cornice dell’Hotel Federico II, si è volto venerdì sera il forum “Perché all’economia serve la pace“, a cura dei Rotary di Jesi, Jesi Federico II, Fabriano, Altavallesina – Grotte di Frasassi e Senigallia.
“È bello vedere i Rotary del territorio lavorare insieme su un tema attuale e di estrema importanza come quello proposto” ha affermato il Governatore del distretto prima della cena ospitata nelle sale dell’hotel.
La conviviale è stata preceduta dal Forum, che ha visto la presenza di Alberto Orioli, vicedirettore Vicario de Il Sole 24 ore e Teresa Spada responsabile risorse interne Abi Lab, moderati dal giornalista, scrittore e Presidente Unione Cattolica Stampa Italiana Vincenzo Varagona. Il titolo proposto ha messo sul tavolo questioni legate all’attuale momento storico dove le guerre in corso si legano alle economie dei paesi del mondo.
Economie di guerra
“All’interno del titolo, all’economia serve la pace, vige un duplice paradosso – ha iniziato Orioli. “perché se guardiamo all’economia, essa non è mai stata florida come ora“.
Come spiegato dal giornalista: “c’è un’economia della guerra che sta prosperando mentre si sta tornando al 900, al secolo dei grandi imperi, della volontà di potenza. E non solo da parte della Russia ma c’è chi sta riscrivendo la storia con la suggestione dell’impero ottomano, dell’Iran. Gli Stati Uniti sono quelli che più di altri si sono spesi per tentare di organizzare la resistenza dell’Ucraina ma c’è un’invasione particolare perché siamo di fronte a un confronto tra i sistemi liberali occidentali e chi tenta di riscrivere la storia sovvertendo l’ordine del passato“.
Il rischio, ha continuato, “sta nella possibilità di abituarci e che la guerra diventi qualcosa di normale: questa è la principale vittoria della guerra anche in questo frangente storico“.
“L’andamento dei due conflitti che sono in atto sta modificando la gestione delle risorse. Nel mondo occidentale gli Stati Uniti ci stanno guadagnando, così come le case produttrici europee o turche. Quello che conta è che da una parte c’è il mondo occidentale che beneficia della domanda di difesa, dall’altra c’è la trasformazione dell’economia in un’economia di guerra. È quanto fatto da Putin per sfuggire dalla morsa delle sanzioni cambiando il sistema economico in un sistema principalmente militare“. Così, “il vero problema nasce quando intere nazioni decidono di far girare la loro economia sulla guerra perché questo rende la guerra necessaria per la ricchezza della nazione“.
Allora perché all’economia serve la pace?
Questa, la domanda con la quale il Forum si è concluso. “perché all’economia servono relazioni stabili, fiducia tra gli operatori economici – ha commentato Orioli. La pandemia unita alle guerre ha smontato il castello della globalizzazione creato negli ultimi 20 anni. La discussione che c’è al consiglio europeo ci spaventa perché figura un ipotetico conflitto nell’Europa che in realtà potrebbe creare un avvicinamento nei paesi che compongono l’unione che troppo spesso rispondono a interessi nazionali”.
Infine, l’importanza dell’educazione e della formazione dei giovani. “Dobbiamo ricordarci di spostare l’attenzione anche sulle persone – ha aggiunto Teresa Spada – perché la guerra la fanno le persone. Cosa possiamo fare per non incentivare determinate dinamiche che favoriscono il conflitto? Formare le persone giovani ma anche quelle più mature a conoscenze diverse. Informare prima su quelli che sono i principi dell’educazione finanziaria, spiegare quali sono le dinamiche del denaro e quali sono gli atteggiamenti che possono essere vincenti“. Formare dunque, giovani colti e migliori, per crescere con un’interiorità diversa, coloro che saranno i futuri leader.