Ambientato ad Ancona durante la notte di Halloween, “La bambina di Chernobyl” vede protagonisti Vincenzo Pirrotta nel ruolo di Christian e Yeva Sai in quello di Nina
Al via nelle Marche le riprese di “La bambina di Chernobyl”, opera prima del regista Massimo Nardin. Il lungometraggio, interamente girato e ambientato nella regione, promette di essere una storia di memoria, segreti e rinascita, con una troupe composta esclusivamente da professionisti marchigiani.
Un racconto intenso e radicato nel territorio
Il film è prodotto da Federica Folli e Pete Maggi per CINE1 ITALIA Srl, con il prezioso sostegno di Regione Marche – PR-FESR 2021-2027, Fondazione Marche Cultura e della Marche Film Commission. Questo supporto sottolinea l’impegno della regione nella promozione e valorizzazione della produzione cinematografica locale.
Le riprese si svolgeranno nelle prossime settimane tra Ancona e Ascoli Piceno, confermando le Marche come un fertile terreno per storie avvincenti e produzioni cinematografiche.
La trama: un incontro che cambia le vite
Ambientato ad Ancona durante la notte di Halloween, “La bambina di Chernobyl” vede protagonisti Vincenzo Pirrotta nel ruolo di Christian e Yeva Sai in quello di Nina. Christian è un pasticciere cinquantenne, solitario e afflitto dal diabete. Mentre è intento a preparare una torta nuziale, la sua porta viene bussata da Nina, una giovane ucraina di vent’anni in evidente stato confusionale.
Nina si rivela essere la figlia della “bambina di Chernobyl”, una ragazza che Christian aveva accolto in casa molti anni prima. Nel cuore della notte, un violento temporale provoca un blackout, costringendo i due a confrontarsi con un segreto rimasto taciuto per troppo tempo. Questo inatteso incontro darà il via a un percorso di confronto, riconciliazione e liberazione emotiva, destinato a trasformare le loro esistenze.
Temi universali e paesaggi marchigiani
Sceneggiato da Massimo Nardin e Luca Caprara, “La bambina di Chernobyl” si preannuncia come un’opera toccante e profonda. Il film intreccerà tematiche universali come la Memoria, il senso di colpa e il bisogno di redenzione, il tutto attraverso una narrazione intima e visivamente legata ai suggestivi paesaggi marchigiani. L’attesa per questa produzione, che celebra il talento e i luoghi delle Marche, è già alta.