Stalli riservati con orario limitato, barriere architettoniche e incuria: “L’accesso alla spiaggia non può essere un lusso”
“I diritti non vanno a orario”. È questo l’accorato monito del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) di fronte alla situazione che si registra nella località balneare di Palombina, nel tratto di costa compreso tra Ancona e Falconara Marittima. Secondo quanto denunciato dal CNDDU, l’accesso alla spiaggia per le persone con disabilità è fortemente compromesso da criticità strutturali, normative e culturali, che evidenziano una realtà discriminatoria e inaccettabile.
Al centro delle polemiche c’è l’ordinanza comunale n. 61902 del 27 giugno 2008, che prevede limitazioni orarie per alcuni degli stalli riservati ai disabili: su otto posti auto, ben quattro sono utilizzabili solo dalle 8 alle 12, rendendo indisponibile metà degli spazi oltre quell’orario. Una scelta che, secondo il CNDDU, contrasta apertamente con i principi di uguaglianza sanciti dall’articolo 3 della Costituzione italiana e con gli obblighi assunti dall’Italia attraverso la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Ma il problema non è solo normativo. Il Coordinamento sottolinea anche barriere architettoniche lungo i percorsi pedonali, vegetazione incolta, motorini parcheggiati abusivamente nei pressi delle rampe di accesso e persino alberi pericolanti, che rendono difficile – se non impossibile – l’accesso in sicurezza alla spiaggia. Un quadro aggravato dalla mancanza di controlli e da una diffusa indifferenza che, si legge nella nota condivisa, “non è solo disfunzionale, ma palesemente discriminatoria”.
Perfino la presenza di un ascensore sul cavalcavia, che potrebbe rappresentare un simbolo di inclusione, diventa inutile quando l’accesso allo stesso risulta impraticabile.
Le richieste del CNDDU
Con un intervento deciso, il presidente del Coordinamento, prof. Romano Pesavento, lancia un appello alle istituzioni locali:
- Condanna la limitazione oraria degli stalli riservati alle persone con disabilità, definendola “una pratica che nega la piena fruizione degli spazi pubblici”.
- Chiede la revisione urgente dell’ordinanza 61902/2008 per allinearla ai principi di accessibilità universale e non discriminazione.
- Sollecita il Comune di Ancona a intervenire sulla manutenzione dei percorsi pedonali, sulla sicurezza della vegetazione e sulla gestione della sosta nelle aree prossime al mare.
- Invita a un cambio di paradigma culturale, per cui le politiche urbane non siano solo “adeguate” alle persone con disabilità, ma costruite a partire dai loro diritti, considerati inalienabili.
“L’accessibilità non è una concessione, ma un obbligo”, conclude il CNDDU. Serve un impegno concreto, immediato e duraturo da parte delle istituzioni per garantire pari dignità e piena cittadinanza a tutte e tutti.