94 morti e ancora un numero indefinito di dispersi. Questo il bilancio, ad un anno dall’accaduto, del naufragio di Cutro. All’alba del 26 febbraio, davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro nel Crotonese, erano comparsi i primi corpi insieme ai superstiti. Le testimonianze raccontavano un viaggio iniziato in Turchia, passando per una delle vie del mare appartenenti alla cosiddetta “rotta est dei migranti“, che collega le coste turche a quelle di Puglia e Calabria.
Una via particolarmente pericolosa perché interessa un tratto di mare non battuto dalle Ong. Essa accoglie prevalentemente la volontà di fuggire di iraniani, pachistani, afghani e siriani che, senza alternative, rischiano di pagare con la vita il proprio viaggio della speranza. Alle ridotte, se non nulle possibilità di essere soccorsi, si uniscono inoltre le condizioni stesse della traversata, vissuta su barconi sovraffollati e con condizioni meteo pericolose.
Le stesse condizioni che hanno portato al naufragio del barcone di Cutro. Vennero individuati come responsabili sei scafisti alla guida dell’imbarcazione, per uno dei quali è arrivata la condanna qualche giorno fa a 20 anni di reclusione e ad una multa di 3 milioni.
In memoria delle vittime, lunedì mattina alle 4.00 si terrà una fiaccolata sulla spiaggia. Attesa anche la presenza della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.