Thursday 2 May, 2024
HomeAccadde oggiSuperga, il ricordo degli invincibili del Grande Torino

74 esimo anniversario della tragedia che fu simbolo della rinascita per l’Italia, gli Invincibili del Grande Torino scomparirono inghiottiti dalla collina di Superga

Stavano tornando dall’amichevole in Portogallo, contro il Benfica quando, l’aereo, Trimotore Fiat G. 212, che trasportava i 31 calciatori granata, accompagnatori, giornalisti ed equipaggio si schiantò sulla collina di Superga.

Nell’incidente persero la vita i giocatori Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Giulio Schubert e gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Levesley, il massaggiatore Ottavio Cortina con i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Andrea Bonaiuti ed Ippolito Civalleri.

Inoltre, morirono anche tre dei migliori giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport), Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo) e Luigi Cavallero (La Stampa) ed i membri dell’equipaggio Pierluigi Meroni, Celeste D’Inca, Celeste Biancardi e Antonio Pangrazi.

I funerali del 6 maggio 1949 furono una lunga ed immensa processione. A rendere omaggio ai campioni granata, a Palazzo Madama, presenti mezzo milione di persone. L’intera città di Torino si strinse attorno alla squadra, vero simbolo di un’epoca.

Presenti alle esequie rappresentanze di tutte le squadre italiane e di molte squadre straniere, un giovane Andreotti in nome del governo ed il Presidente della Federazione Gioco Calcio, Ottorino Barassi, che fece l’appello della squadra come dovesse scendere in campo.

Indro Montanelli scrisse: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta.

Degli Invincibili si salvarono soltanto tre giocatori che, per svariati motivi, non parteciparono alla trasferta portoghese: il secondo portiere Renato Gandolfi che cedette il posto a Dino Ballarin, Sauro Tomà infortunato al ginocchio e Luigi Gandolfi, un giovane del vivaio granata. Si salvarono anche Ferruccio Novo, alle prese con una brutta broncopolmonite, ed il grande telecronista Nicolò Carosio che rimase a casa per la cresima del figlio.

La stagione 1948/49 fu portata a termine dalla formazione giovanile del Torino, che disputò le restanti quattro gare contro le formazioni giovanili delle altre squadre. Il Torino vinse tutte le rimanenti partite, chiudendo il campionato 1948/49 con 60 punti, cinque di vantaggio sull’Inter, seconda in classifica. Ma fu un trionfo amaro, segnato dall’indelebile ricordo della tragedia.

Oggi si ricorda

Da allora, come ogni 4 maggio si celebra in ogni sede, anche istituzionale, una delle squadra più forti al mondo che, senza la tragedia aerea, avrebbe continuato a vincere ancora per tanti anni. E’ considerato un simbolo di rinascita per l’Italia devastata dalla guerra e da oltre 20 anni di dittatura fascista.

La ricorda la Fifa, il massimo organo del pallone, che dal 2015 ha istituito la Giornata mondiale del calcio in memoria proprio degli Invincibili con la maglia granata.

Nel frattempo, lacrime e dolore di quel giorno di pioggia del 4 maggio 1949, per il popolo granata – e non solo – si sono trasformate in senso di appartenenza e in orgoglio. Così, con il tempo, questa giornata è diventata occasione di abbracciare per sempre i campioni del passato, ma anche un modo per contarsi e far sentire il proprio calore alla squadra di oggi che ogni anno si dirige a Superga per omaggiare un passato molto triste.

Una tradizione oramai per chi veste il granata del Toro, tramandatosi di padre in figlio e che dall’anno scorso, cadute le restrizioni del Covid-19, è tornata più forte di prima. È un 4 maggio sicuramente caratterizzato da emozioni forti.

Omaggio al Cimitero Monumentale

La giornata è cominciata stamani con la funzione al Cimitero Monumentale che ospita i sepolcri dei grandi campioni del passato. Presenti il patron granata, Cairo, e i familiari dei caduti. Attenzione poi spostata nella zona del Filadelfia, dove i cancelli aperti del Cortile hanno permesso di raccogliere coloro che desideravano omaggiare la memoria degli Invincibili.

Inoltre, come da tradizione, permesso a chiunque di assistere all’allenamento del Torino, rientrato vincitore dalla partita di Genoa, contro la Sampdoria.

Ora di pranzo caratterizzato dall’inaugurazione di un parco, vicino alla piazza Galimberti, allo storico capitano Valentino Mazzola, riconoscimento importante, seppur tardivo, nei confronti della storica bandieta più illustre di Torino.

Dal Filadelfia è partita poi la pedalata amatoriale denominata “La Invincibili” che ha come traguardo naturalmente Superga. Al colle, come ogni anno, presenti in centinaia appassionati di calcio, non solo di fede granata.

La Messa con giocatori e tifosi

Alle ore 17 ci sarà poi la tradizionale messa e poi la lettura alla lapide dei nomi dei caduti con tutta la squadra di Juric presente. Da 6 anni il compito della lettura era affidato al capitano Belotti, stavolta toccherà a Alessandro Buongiorno, su favore del capitano Rodriguez.

Non è una novità, per Buongiorno già era successo quando vestiva la maglia della Primavera, nel 2018. Incarico importante per un ragazzo che partito dai pulcini ora è in prima squadra, titolare con la maglia granata, e ieri anche autore del primo gol contro la Samp.

In serata, l’omaggio della Città con l’illuminazione di granata del simbolo di Torino, la Mole Antonelliana, diventata oramai abitudine (dal 2016), oltre a quella dei principali ponti sul fiume Po, e quelli di San Mauro.

In ricordo degli Invincibili, la squadra di calcio più forte di tutti i tempi.

Autore

Andrea Bocchini

Classe ’98. Laureato in Comunicazione giornalistica, pubblica e d’impresa a Bologna. La mia più grande passione, il giornalismo. Scrivere, leggere e viaggiare i miei più grandi interessi. Il mio amore musicale, Fabrizio de Andre, il mio motto: “Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria”.