Friday 6 June, 2025
HomeAccadde oggiNella Giornata dell’Ambiente, le specie che l’inquinamento sta cancellando dal pianeta

Secondo il WWF, una specie si estingue ogni 10-15 minuti. E la maggior parte scompare prima ancora di essere scoperta o catalogata

La Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972, non è solo un’occasione per riflettere sulle grandi sfide climatiche del nostro tempo. È anche – o dovrebbe essere – un momento per ricordare chi sta già pagando il prezzo della nostra incuria: specie animali e vegetali che rischiano di estinguersi a causa dell’inquinamento ambientale.

Plastica, metalli pesanti, pesticidi, aria avvelenata: non sono solo numeri nei rapporti scientifici, ma minacce reali che riducono drasticamente habitat, fonti di nutrimento e condizioni di sopravvivenza per migliaia di organismi.

A differenza del cambiamento climatico – di cui ne è comunque una delle principali cause – l’inquinamento agisce più localmente e più velocemente. Mari e fiumi pieni di rifiuti chimici, suoli avvelenati da fertilizzanti, aria irrespirabile nelle metropoli stanno decimando specie animali e vegetali, spesso ancora poco conosciute dalla scienza, ma fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi.

Ecco alcune delle specie più curiose e meno note che l’inquinamento sta facendo estinguere:

Pinguino delle Galapagos (Spheniscus mendiculus)

È il pinguino più a nord del pianeta, e vive esclusivamente sulle isole Galapagos. Il riscaldamento degli oceani e l’inquinamento da microplastiche ne hanno ridotto la popolazione a poche centinaia di esemplari. Un ecosistema fragile, minacciato da acque sempre meno pulite.

Orchidea fantasma (Dendrophylax lindenii)

Cresce solo in zone molto umide della Florida e in alcune isole caraibiche. Rara, affascinante, quasi mistica: si chiama “fantasma” perché non ha foglie ed è difficilissima da avvistare.

Axolotl (Ambystoma mexicanum)

Una salamandra unica al mondo, famosa per la sua “eterna giovinezza”: resta allo stadio larvale tutta la vita. Vive nei laghi di Città del Messico, ma oggi è praticamente estinta in natura a causa dell’inquinamento delle acque e dell’urbanizzazione selvaggia.

Gatto selvatico di Iriomote (Prionailurus iriomotensis)

Vive solo sull’isola giapponese di Iriomote. Piccolo, sfuggente, predatore notturno. Minacciato dalla frammentazione dell’habitat dovuta a costruzioni, rifiuti e inquinamento del suolo. Oggi ne restano meno di 100 esemplari.

Tartaruga liuto (Dermochelys coriacea)

La più grande tra le tartarughe marine, può arrivare a pesare oltre 700 kg. Le femmine ingeriscono spesso sacchetti di plastica scambiandoli per meduse. La plastica è la principale causa di morte per questa specie che si riproduce molto lentamente.

Un’estinzione ogni 10 minuti

Secondo il WWF, una specie si estingue ogni 10-15 minuti. E la maggior parte scompare prima ancora di essere scoperta o catalogata. Si calcola che oltre il 40% delle piante sia minacciato d’estinzione, spesso in silenzio, senza riflettori.

Iniziative come le “banche dei semi“, che conservano i semi di piante rare in ambienti protetti, stanno cercando di rallentare l’erosione genetica. Ma la strada è lunga, e senza una vera inversione di rotta sull’inquinamento, rischiamo di svuotare gli ecosistemi prima di averne capito il funzionamento.

In questa Giornata Mondiale dell’Ambiente, ricordare le specie che stiamo perdendo non è così solo un gesto simbolico, ma un invito all’azione. Perché ogni essere vivente scomparso è una voce in meno nel coro della biodiversità: una perdita che riguarda tutti.

Autore

Giorgia Clementi

Nata sotto il segno del leone, cresciuta nella capitale del Verdicchio. Dopo la maturità classica al Liceo Vittorio Emanuele II di Jesi scopro l'interesse per il mondo della comunicazione che scelgo di assecondare, dapprima con una triennale all'Università di Macerata, ed in seguito con una laurea magistrale in Giornalismo ed editoria all'Università di Parma. Spirito d'iniziativa, dinamismo, (e relativa modestia), i segni che mi contraddistinguono, insieme ad un amore unico per le bellezze del mio territorio. L'idea di fondare Capocronaca, insieme a Cristina, nasce all'inizio del 2023. Nelle sue fondamenta, la volontà di dare ai lettori una voce nuova da ascoltare e scoprire insieme a loro, cosa accade ogni giorno.