La favola della fanciulla che legge e del principe da salvare che continua ad avere fortuna perché detta modernità
Un castello, un amore impossibile ed un incantesimo da spezzare. Gli ingredienti di una favola naturalmente, che trent’anni fa prendono le sembianze di una bella vestita di giallo ed una bestia in abito blu grazie a Walt Disney che, alla fine di settembre del 1993, inizia la distribuzione de “La bella e la Bestia” in Italia.
Il film esce negli Stati Uniti due anni prima, segnando sin da subito importanti successi. Un record di 331 milioni di dollari al botteghino e la candidatura agli Oscar per il Miglior film ( sarà il primo film d’animazione ad essere in corsa per la statuetta e resterà tale fino al 2010 con la candidatura di Up e Toy Story 3)
Da oltreoceano, il film tratto dalla favola settecentesca della scrittrice francese Madame Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, inizierà a colonizzare l’immaginario dei bambini europei. Nel 2017, torna sul grande schermo continuando a mietere successi grazie alla direzione di Bill Condon e alla presenza sul set di Emma Watson e Dan Stevens.
Una trama dai colori contemporanei
La trama è nota. A Villeneuve un paesino della provincia francese, vive Belle, fanciulla appassionata di libri e avventure, dall’animo intraprendente. Un giorno suo padre, l’artista Maurice, viene attaccato nel bosco da un branco di lupi e cerca riparo in un castello in rovina. Nel castello vive una Bestia che lo fa prigioniero. Preoccupata, Belle si mette alla ricerca del padre, arrivando proprio al castello dove si troverà a dover scegliere tra sé e l’uomo. La Bestia infatti si offre di liberarlo solo se Belle accetta di restare nel castello.
Da questo momento inizierà l’avventura della fanciulla nel regno della Bestia. Un luogo strano, dove gli oggetti parlano ed una rosa incantata perde petali scandendo il tempo. Come la ragazza scoprirà, la Bestia che la tiene prigioniera è vittima di un sortilegio. Un tempo un principe di bell’aspetto, ma sgarbato e crudele, l’uomo è stato infatti trasformato in una Bestia da una fata. Con lui sono vittime dell’incantesimo anche gli abitanti del suo castello che rischiano di restare oggetti se l’incantesimo non verrà spezzato in tempo.
È l’amore naturalmente la soluzione. La Bestia dovrà riuscire a far innamorare Belle prima che l’ultimo petalo cada.
Tra modernità e femminismo, una favola dall’eterna fortuna
Nel corso degli anni e, a maggior ragione, dopo l’uscita del film del 2017, sono state numerose le interpretazioni date alla favola per spiegarne l’importante fortuna.
Il topos ha sicuramente favorito l’ascesa nell’immaginario comune. Le storie d’amore piacciono, a grandi e piccini, e l’amore atipico di una Bella ed una Bestia è sicuramente un buon candidato per conquistare i cuori, ancor prima degli Oscar.
Ma in questa favola c’è di più. Le opinioni più recenti hanno perfino parlato di Belle come “eroina femminista“. In primis, non è una principessa. Non è chiusa in un castello. Non deve scappare perché rischia di essere uccisa da un cacciatore o provarsi una scarpetta per dimostrare chi è.
Belle è una figlia del popolo con la passione per la lettura. È questo a renderla impavida ed intraprendente. Non ci pensa due volte a “sacrificarsi” per salvare il padre. Così, anche se il tema della ragazza in pericolo e fatta prigioniera dalle circostanze torna anche in questo mondo Disney, almeno a lei è stata riconosciuta la facoltà di scegliere se, e per cosa, mettersi in pericolo.
Quando accetta il patto, sa di avere dalla sua parte l’intelligenza per andare a fondo e cavarsela. Trovare una soluzione per uscire dal castello. La stessa intelligenza con la quale Belle non giudica mai prima di conoscere. È questo uno dei messaggi più importanti lasciati dalla favola. Solo con la conoscenza ed il tempo si può conoscere l’altro, al di là del suo aspetto esteriore.
Naturalmente, senza compromettere se stessi, proprio come Belle regge il confronto con la Bestia aiutandola a sua volta a distinguere il bene dal male. Ed è in questo che la favola si distanzia in modo importante dalle altre produzioni Disney. Per la prima volta, è l’uomo ad essere messo in discussione. Non più un principe perfetto ed immacolato, portatore di sani valori e garante del bene comune da aspettare e sperare. La favola toglie all’uomo di bell’aspetto la maschera e ci mostra l’altra sua faccia da Bestia. Non un protagonista maschile da conquistare ad un ballo ma un protagonista da trasformare e salvare. Per il suo bene, così come per quello dei suoi sudditi, con un messaggio politico che dallo sfondo ricorda che un buon principe non risponde solo a se stesso, ma anche a tutti i suoi regnanti.
La favola capovolge i ruoli ed il risultato è estremamente moderno. Trent’anni fa, per la prima volta al piccolo pubblico di Walt Disney, viene raccontato che le donne possono salvarsi da sole grazie alla cultura e all’intelligenza, che l’amore, quello vero, è in grado di superare le apparenze, ma soprattutto, che l’uomo non è mai solo un principe e che anche lui, può avere bisogno di essere salvato.