26 settembre 1986: L’Alba dei Morti Viventi, la prima uscita di Dylan Dog
E’ proprio in questo periodo, nell’autunno del 1986, che le edicole italiane accolsero un fenomeno destinato a cambiare per sempre il panorama fumettistico: il primo albo di Dylan Dog, intitolato “L’Alba dei Morti Viventi“.
Creato dalla geniale penna di Tiziano Sclavi e illustrato da un ispirato Angelo Stano, il primo numero introduceva il pubblico a un investigatore dell’incubo diverso da tutti gli altri: un dandy londinese, affetto da fobie (claustrofobia, paura dei pipistrelli), vegetariano, suonatore di clarinetto e con un assistente-spalla, Groucho, che sfornava in continuazione battute surreali.
La sua missione? Occuparsi di ciò che la scienza ufficiale ignora: fantasmi, demoni, licantropi e, in questa prima, iconica avventura, uno spaventoso risveglio di non-morti.
Un successo inaspettato
L’esordio fu un successo lento ma inarrestabile. Con il suo mix unico di horror, umorismo, poesia e profonda riflessione sulla condizione umana, Dylan Dog divenne in breve tempo un vero e proprio fenomeno di costume, capace di conquistare lettori di tutte le età e di toccare vette di popolarità quasi ineguagliate nel fumetto popolare italiano, arrivando a competere con la storica notorietà di Tex Willer.
Quel primo albo non fu solo l’inizio di una serie, ma il battesimo di un vero e proprio “Old Boy”, un’icona che, album dopo album, ci ha insegnato a guardare nell’oscurità non solo per paura, ma anche per cercare un barlume di umanità. La rivoluzione Bonelli era iniziata, e l’incubo, a quanto pare, non aveva intenzione di finire.